In 48 ore da 1 milione e mezzo a 50 mila, ma quanti sono i migranti in arrivo?

ROMA – Un milione e mezzo di migranti, qualche centinaia di migliaia di profughi, una diaspora, ma quanti sono i migranti in arrivo? Si parla del rischio esodo dalle rivolte in Libia, ma di barconi ancora non se ne sono visti. Nonostante i numeri nelle ultime 48 ore rimbalzino dall’Ue agli allarmi del Viminale che ora cerca 50 mila posti, passando per la paura di governatori come Luca Zaia, e per l’invito a non allarmarsi del Colle, l’Italia si sente “sola”.

Roma si sente isolata da Bruxelles davanti all’ondata migratoria che sta per affrontare dopo le proteste del popolo anti-Gheddafi in Libia. La gente scappa e continuerà a scappare da Tripoli, da Bengasi, da Zawia e da altre città: questo l’Italia teme, perché le coste siciliane rappresentano il primo approdo per i barconi stracolmi di migranti.

Al grido di aiuto di un governo che non sa come affrontare l’emergenza, l’Europa ha risposto più o meno così: “Aiuto sì, ma gli immigrati te li tieni”. Dalla Libia può arrivare un’ondata di immigrazione di ”proporzioni catastrofiche” e l’Europa non può ”lasciare l’Italia da sola”, continua a ripetere il ministro dell’ Interno, Roberto Maroni.

Ha ricordato che ”Frontex, e non noi, ha parlato di 1 milione e mezzo” di rifugiati, ed ha osservato che ”esiste il pericolo Al Qaida” ‘Io spero nel supporto dell’Europa, perché quello che succede nell’area del Mediterraneo non e’ solo un problema dell’ Italia o dei paesi europei sul Mediterraneo, ma per tutta l’Europa e per il mondo” ha sottolineato Maroni, aggiungendo: ”Siamo di fronte ad una emergenza umanitaria e chiedo all’Europa di mettere in campo tutte le misure necessarie per affrontare una emergenza catastrofica. Non possiamo essere lasciati soli”.

”Noi abbiamo fatto delle richieste alla Ue – ha continuato il ministro facendo riferimento al vertice di ieri a Roma con Francia, Spagna, Grecia, Cipro e Malta -. C’è stata una riunione dei ministri dell’interno dei Paesi del Mediterraneo che hanno presentato un documento con una posizione comune, ed è la prima volta che questo avviene, presentando una serie di richieste: si va dalla costituzione di un fondo straordinario per le emergenze umanitarie all’accettazione del principio del ‘burden sharing’ ed altre iniziative che sono l’attuazione del principio di solidarieta’. L’Europa si fonda sul principio di solidarieta”.

”Il modello sociale europeo – ha continuato – si fonda sul principio di solidarietà che prevede che quando uno Stato membro è in difficoltà prevede che gli altri Stati lo aiutino”.

Alla fine però l’Italia non raccoglie la solidarietà che si aspetta e continua a scalpitare. C’è chi persino invoca il mitra come soluzione per i migranti, come l’assessore regionale veneto Daniele Stival.

Per sedare gli animi è intervenuto anche il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano: “Bisogna non cedere a vittimismi e allarmismi”. Il capo dello Stato ha ribadito “l’esigenza di una forte solidarietà per far fronte a questa emergenza, un’esigenza che non è solo dell’Italia o della Germania, paesi a cui non si chiede un particolare ruolo, ma di tutti. La dichiarazione congiunta dei ministri degli Esteri Frattini e Westerwelle va nella giusta direzione”. “Credo che sulla volontà di portare avanti una politica euromediterranea anche in tema di immigrazione ed asilo, che ha scarseggiato, quanto sta accadendo rappresenta una scossa talmente forte e brusca da permettere di superare le situazioni, attendismi, elusività ed ambiguità del passato. L’importante è che dall’Ue arrivi un forte messaggio politico di disponibilità ed impegno a cooperare per lo sviluppo dell’area del Mediterraneo, ed anche un forte rinnovato impegno per una politica comune in tema di immigrazione ed asilo”.

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