Migranti, procuratore di Agrigento: “Nessuna prova di legame tra le ong e gli scafisti”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 2 Luglio 2019 - 14:31 OLTRE 6 MESI FA
Migranti, procuratore di Agrigento fa a pezzi la linea Salvini: sbarchi in calo, no prove Ong-trafficanti...

Migranti, procuratore di Agrigento fa a pezzi la linea Salvini: sbarchi in calo, no prove Ong-trafficanti…

ROMA – Luigi Patronaggio, il procuratore di Agrigento, è il magistrato che, allo stesso tempo, ha fatto arrestare la Capitana Carola Rackete, fatto sbarcare i migranti, e che, oggi, ha smentito sul piano giuridico e fattuale l’intera narrazione politica del ministro dell’Interno Salvini (che non lo ama visto che lo voleva far processare).

In audizione alla Camera Patronaggio ha dichiarato, nell’ordine, che accordi tra le Ong e i trafficanti di uomini non sono mai stati provati, il decreto sicurezza bis non serve perché gli sbarchi sono diminuiti facendo venir meno urgenza e necessità, che il pericolo sono gli sbarchi fantasma, quelli che non si vedono. Infine l’ultima randellata: mentre i media si accanivano su Sea Watch e su Carola, nel silenzio generale altri 200 clandestini sono sbarcati.

Non provati accordi ong-trafficanti. “Non è stato fino ad ora provato il preventivo accordo tra trafficanti di esseri umani ed ong. Che non deve essere limitato ad un semplice contatto, tipo una telefonata, ma deve esserci una comunicazione del tipo: ‘stiamo facendo partire migranti, avvicinatevi e prelevateli'”. Lo ha detto Luigi Patronaggio, procuratore di Agrigento, alle commissioni riunite Affari costituzionali e Giustizia della Camera.

Decreto sicurezza bis urgente? Sbarchi calati. Sui requisiti di “straordinaria necessità e urgenza” del decreto sicurezza bis, i dati di Agrigento indicano che “dagli 11.159 migranti sbarcati nel 2017 si è passati ai 1.084 del primo semestre di quest’anno. E quelli soccorsi dalle ong rappresentano una porzione insignificante”.

“Mentre si agitava il caso della Sea Watch 3, negli stessi giorni in silenzio oltre 200 migranti sono sbarcati con vari mezzi, salvataggi di Guardia di finanza e Guardia costiera o barchini”.

Pericolo maggiore sono sbarchi fantasma. Il “pericolo maggiore” per la sicurezza dell’Italia non sono “i gommoni che arrivano dalla Libia” ma “gli sbarchi fantasma”, vale a dire quelle imbarcazioni che riescono a raggiungere le coste italiane senza essere intercettate in mare.

La pericolosità è data “sia dalla composizione etnica” di chi segue questa strada per raggiungere l’Europa sia perché a bordo spesso chi sono “soggetti che hanno problemi giudiziari e che, astrattamente, potrebbero essere collegati” a gruppi terroristici o all’Isis.

“Chi va sui gommoni fantasma, che generalmente arrivano dalla Tunisia – dice ancora Patronaggio – è evidente che vuole sottrarsi ai controlli, anche perché va tenuto conto che tra la Sicilia e Tunisi c’è un traghetto due volte a settimana”. (fonte Ansa)