Milano, città in rosa: più donne nei cda delle municipalizzate

Pubblicato il 16 Marzo 2012 - 00:01 OLTRE 6 MESI FA

MILANO – Milano città in rosa, proprio dopo l’addio al suo primo sindaco donna. Ironia della sorte, sembra essere stato il cambio di amministrazione dello scorso mese di maggio, con l’avvicendamento tra Letizia Moratti e Giuliano Pisapia, ad aprire la strada a ruoli di maggiore responsabilità per le donne all’interno del Comune e delle sue società partecipate.

La percentuale femminile alla guida di questi enti è ora del 47% (47 donne contro 54 uomini), con un aumento del tutto evidente rispetto alla precedente amministrazione (34 a 93, per un ammontare complessivo del 27%). Per fare qualche esempio concreto, l’Amsa (la municipalizzata che gestisce i servizi ambientali, raccolta dei rifiuti e pulizia delle strade, ndr) è ora diretta da Sonia Cantoni, già assessore all’Ambiente di Sesto San Giovanni e direttore generale dell’Arpa (Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente) della Regione Toscana.

Alla guida dell’Amat (Agenzia milanese mobilità e ambiente), invece, troviamo Maria Berrini, socia fondatrice e presidente dell’istituto di ricerche Ambiente Italia. Ma il cambiamento di ottica milanese è in realtà ben più profondo. Le ‘quote rosa’ sono state più che rispettate già a partire dalla composizione della giunta, passando poi per l’investitura a segretario generale di Palazzo Marino di Ileana Musicò, prima donna della storia a ricoprire la carica all’ombra della Madonnina.

Anche nelle posizioni organizzative, la prevalenza delle donne è netta. Nella categoria D3 dell’area direttiva sono quasi mille (968) contro 667 colleghi; forte anche la presenza femminile tra i dirigenti, dove è cresciuta fino a raggiungere il rapporto di 1 a 2 (46 a 86). Nel 2007, in piena epoca Moratti, erano appena 38 le donne, a fronte di 119 uomini. Anche in un settore tradizionalmente maschile come la Polizia locale, su 3.071 effettivi, 942 sono donne, di cui 25 ufficiali(commissari aggiunti e commissari capo).

A Milano, quindi, sono le cifre ancora più delle parole a testimoniare l’attenzione dell’amministrazione per le donne e per la valorizzazione delle loro capacità. Dimostrando che quello delle ‘quote rosa’ può essere addirittura un concetto superato.