Milano, Expo 2005: Formigoni punta sulla Newco pubblica

Roberto Formigoni

La regione Lombardia, con il suo governatore Roberto Formigoni, si prepara a fare la parte del leone diventando il “padrone di casa” dell’Expo 2015. I terreni su cui sorgerà il sito espositivo dell’Expo 2015 di Milano saranno acquistati da una società a capitale interamente pubblico, partecipata in primo luogo dalla Regione Lombardia e a cui aderirà anche il Comune di Milano e, forse, pure la Provincia. Questa la proposta lanciata dal presidente lombardo Roberto Formigoni durante una riunione dei soci della spa che gestirà l’evento internazionale e che ha raccolto il parere favorevole di tutti gli azionisti, a partire anche dal Ministero dell’Economia, non propenso a percorrere l’ipotesi prospettata nei mesi scorsi dall’amministratore delegato Lucio Stanca di un acquisto diretto dei terreni da parte di Expo 2015.

“Ho formulato una proposta semplice, trasparente e chiara – ha spiegato Roberto Formigoni – costituire una nuova società veicolo o verificare la possibilità di una società che già esiste come Finlombarda, che vedrà Regione Lombardia in funzione di regia e avrà l’unico scopo di acquistare con risorse integralmente pubbliche le aree del sito dell’Expo, dimodoché la valorizzazione delle aree e le plusvalenze saranno a vantaggio del pubblico”. Nei prossimi giorni la Regione Lombardia studierà le modalità tecniche da percorrere o per dar vita a una nuova società veicolo pubblica, oppure se incaricare Finlombarda dell’acquisto dei terreni. Formigoni ha assicurato “tempi rapidissimi”.

Lo scopo è uno solo: l’acquisto dalla Fondazione Fiera Milano e dal Gruppo Cabassi di 1,1 milioni di metri quadrati per una cifra non lontana da 200 milioni di euro. Finora ci aveva provato la stessa Expo 2015 Spa, ma era stata bloccata dal ministero del Tesoro che pretende rimanga una società «snella». La nuova ipotesi di acquisto, ha invece garantito Formigoni, «pare convincente anche il rappresentante del Tesoro, poi sentiremo anche il ministro, ma è stata accolta molto positivamente anche dal Tesoro». Ostenta soddisfazione anche Lucio Stanca, amministratore delegato di Expo 2015 Spa. Da una parte la società evita di indebitarsi, dall’altro perde le plusvalenze derivanti dalla valorizzazione dell’area a fine manifestazione: «Il nostro compito – ha detto l’ad commentando l’ipotesi newco – è quello di progettare e gestire Expo, non quello di fare gli sviluppatori immobiliare». Entro il 30 aprile, termine per depositare al Bie di Parigi il dossier di registrazione, verrà definita almeno la fase preliminare dell’acquisto.

“Questa soluzione – ha affermato con orgoglio Formigoni, al termine di una riunione con tutti i soci – ci permette di superare l’impasse cui la società ha cercato di porre rimedio in questi mesi”. Quando la prossima settimana l’Expo di Milano andrà all’esame finale del Bie, infatti, il comitato internazionale delle Expo chiederà garanzie precise sulla disponibilità dei terreni dove sorgeranno i padiglioni.

Alla newco hanno già deciso di aderire, nonostante le difficoltà di bilancio e i vincoli del patto di stabilità interno, il Comune di Milano e la Provincia che nei prossimi giorni stabiliranno la loro quota di partecipazione. E “in tempi brevissimi”, come ha assicurato Formigoni, partirà la trattativa per l’acquisto dei 110 ettari alle porte di Milano di proprietà di Fondazione Fiera e del Gruppo Cabassi, il cui valore complessivo oscilla intorno ai 200 milioni di euro.

Ora che è stato sciolto l’ultimo nodo delle aree, resta solo la firma del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi alla lettera di garanzia che accompagnerà il dossier da presentare al Bie per la registrazione dell’Expo di Milano.

Moratti estromessa. Per il Pd di Milano l’annuncio di Formigoni di costituire una newco per l’acquisto dei terreni dell’Expo 2015 rappresenta «il capitolo finale dell’estromissione della Moratti da Expo».

«Questa è la dimostrazione definitiva – ha attaccato il consigliere provinciale del Pd Matteo Mauri – che Formigoni si è preso in mano Expo e la Moratti non toccherà più palla. E a Stanca non resta che fare buon viso a cattivo gioco, visto che non sarà più a lui gestire l’importante partita dell’acquisto delle aree».

Il deputato del Pd Vinicio Peluffo ha invece contestato la scelta della newco per una ragione più squisitamente economica. «Per un problema politico su Expo tutto interno al centrodestra – ha osservato – vale a dire il disinteresse del governo a investire sulla società di gestione, siamo di fronte all’ennesima scelta che moltiplica le spese e fa perdere tempo nel decidere chi fa cosa».

Gestione cookie