Milano. Pisapia vince su Boeri alle primarie, come Vendola in Puglia batte il Pd

Giuliano Pisapia

Sarà Giuliano Pisapia a sfidare Letizia Moratti per la poltrona di sindaco a Milano nel 2011. Con il 45,3% di voti l’avvocato ha battuto l’architetto Stefano Boeri dandogli cinque punti di distacco alle primarie del centrosinistra (40,16%). In un sol colpo l’avvocato milanese ha ottenuto la candidatura per sfidare la Moratti e ha provocato un terremoto nel Pd meneghino che si è visto costretto ad azzerare i vertici. Maurizio Martina, segretario regionale lombardo, Roberto Cornelli, segretario metropolitano milanese, e Pierfrancesco Majorino, capogruppo Pd in consiglio comunale a Palazzo Marino, hanno rimesso il mandato.

Nichi Vendola, leader di Sinistra ecologia e libertà l’aveva definita una sfida tra Davide e Golia e contro i pronostici, proprio come il governatore pugliese Pisapia ha vinto le primarie, battendo il candidato sostenuto dal Pd e si è aggiudicato il consenso degli oltre 67 mila milanesi che sono andati ai seggi: «È la vittoria della democrazia delle primarie», ha commentato.

Subito dopo il voto ha ringraziato i suoi avversari, il professor Valerio Onida e l’ambientalista Michele Sacerdoti. Proprio lui che era stato il primo a scendere in campo per le primarie per tutti i milanesi «stanchi di vedere Milano andare a pezzi».  «Per me la politica è soprattutto servizio», ha detto Pisapia, figlio del noto avvocato milanese Giandomenico. «E’ una vittoria vostra, nostra, abbiamo fatto un grande miracolo. Adesso dobbiamo fare quello piu grande, battere la Moratti. La prima grande vittoria non è la mia, a vincere è innanzitutto la democrazia delle primarie e la vitalità del centrosinistra. Di questo voglio ringraziare tutti i partiti che hanno accettato e reso possibile questa scommessa, a cominciare dal Partito Democratico, che continuerà ad essere la componente principale di un centrosinistra unito e rigenerato da questa bella pagina politica, per sconfiggere insieme le destre, a Milano e nel Paese. E naturalmente Boeri, Onida e Sacerdoti, con i quali c’è stato un leale e proficuo confronto, di buon auspicio per il futuro. Quella di oggi è la vittoria della politica sull’antipolitica, del dialogo contro la divisione, della responsabilità partecipativa contro il disimpegno cinico ed egoistico. Possiamo dirlo senza incertezze: a Milano qualcosa è cambiato».

Con il suo spirito di «uomo di sinistra ma non comunista», il Vendola dei navigli come lo hanno definito alcuni è riuscito a convincere gli elettori, sostenuto da Sel,  mentre il Pd invece aveva appoggiato apertamente Boeri. Dopo questo risultato, come ha scritto Michele salvati sul Corriere della Sera «l’effetto finale è che l’area riformistica di questa città sarà rappresentata da un candidato cui sarà possibile rimproverare – ingiustamente oggi, ma efficacemente se si tiene conto della sua storia – di collocarsi su posizioni estreme. O almeno, questa è la convinzione che circola in ambienti pd».

Sarà vero come diceva Gaetano Salvemini che da Milano si vede l’Italia, come ha ricordato anche Giangiacomo Schiavi sul Corriere della Sera? Prima della vittoria di Pisapia, il giornalista scriveva: «Quella dell’avvocato appoggiato da Nichi Vendola invece apre una porta al terzo polo, quello che può unire l’Udc di Casini, il movimento di Fini, il gruppo di Rutelli e i delusi di una parte e dell’altra, con un pacchetto di voti stimato tra il 15 e il 18 per cento che si alzerebbe di colpo nel caso di un rilancio sull’ex sindaco Gabriele Albertini, l’asso nella manica in grado di arrivare al ballottaggio con Letizia Moratti».

Gestione cookie