Il milleproroghe incassa la fiducia al Senato, ora passa alla Camera. Si divide il gruppo di Fli

ROMA – Il governo incassa al Senato la fiducia sul decreto milleproroghe con 158 sì, 136 no e 4 astenuti. Il provvedimento che scade il 27 febbraio passa ora all’esame della Camera.

Hanno votato a favore Pdl e Lega Nord, contro il Terzo Polo, il Pd e l’Idv e l’Mpa. La fiducia al governo sul decreto milleproroghe al Senato era scontata visto che gode di una maggioranza piena come si è visto il 14 dicembre, ma non era fatto scontato lo sfaldamento del gruppo del Fli che sulla fiducia ha votato in ordine sparso nonostante l’indicazione a votare contro del capogruppo Pasquale Viespoli.

Hanno votato contro, infatti, oltre a Viespoli anche Mario Baldassarri, Maurizio Saia e Giuseppe Valditara, si è astenuto Francesco Pontone e non hanno partecipato al voto Giuseppe Menardi (che ha dichiarato in suo dissenso in Aula), Maria Ida Germontani, Egidio Digilio, Candido De Angelis e Barbara Contini.

Viespoli ha parlato di “un’occasione persa che rende poco credibile l’esigenza di dare una scossa. Non si dà la scossa modificando l’articolo della Costituzione”.

“Questo decreto non è più un milleproroghe, non è un provvedimento ordinario nel quale sono contenute le proroghe a una serie di disposizioni che per ragioni varie devono vedere prolungata nel tempo la loro vigenza. È invece un provvedimento che ha la solennità e la complessità di una manovra finanziaria. Una finanziaria-pasticcio che aumenta le tasse e premia chi non rispetta le regole”, ha commentato Anna Finocchiaro, presidente del gruppo del Pd al Senato.

“Non basteranno 1 ,10, 100 decreti milleproroghe a salvare questo governo e questa maggioranza dalla confusione, dal vuoto e dall’accavallamento di annunci, di proclami e di scelte sbagliate che avete voluto propinare agli italiani in questi ultimi tre anni”, ha detto il senatore dell’Italia dei Valori Alfonso Mascitelli nella dichiarazione di voto.

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