Auto blu? Il ministro Brambilla preferisce le pale dell’elicottero

Pubblicato il 9 Novembre 2010 - 09:08 OLTRE 6 MESI FA

Michela Vittoria Brambilla

L’auto blu? Troppo lenta, nonostante i lampeggianti. Almeno per il ministro del turismo Michela Vittoria Brambilla che, secondo il Fatto Quotidiano, alle quattro ruote preferisce decisamente le pale dell’elicottero. Risultato, secondo quanto riporta Fabio Amato sul quotidiano diretto da Antonio Padellaro: spese viaggi per 157.000 euro nel solo 2009 contro un budget previsto di 27 mila.

Il Fatto Quotidiano, quindi, passa ad elencare le occasioni in cui il ministro si è servito dell’elicottero. Si inizia dal 9 dicembre 2009: la Brambilla percorre in auto blu i 4 chilometri che la dividono dall’aeroporto di Calolziocorte (Lecco). E già qui, per quelle poche migliaia di metri la spesa è di 500 euro: tanto costa il noleggio del mezzo. Non finisce qua: all’aeroporto c’è anche un’ambulanza mandata dal 118 (non si sente male nessuno ma, come recita un vecchio adagio, prevenire è meglio che curare, anche se magari quel mezzo avrebbe potuto essere utilizzato per soccorrere qualche ammalato vero). Il ministro sale sull’elicottero e torna circa un paio d’ore più tardi. E’ stata a Piazzola sul Brenta (Padova) per partecipare alla conferenza regionale del Turismo in Veneto. In macchina, scrive Amato, senza i privilegi delle Auto blu, sarebbero state poco più di due ore di strada. Serviva davvero l’elicottero?

Il 13 marzo 2010, poi, la Brambilla deve andare a Rimini per partecipare al comitato elettorale del Pdl e ad un incontro pubblico con imprenditori locali. Anche in quella circostanza sceglie l’elicottero. Opzione che avrebbbe gradito anche il 16 ottobre, destinazione Caiolo (Valtellina) per inaugurare un campo da golf. Il maltempo blocca le pale e il ministro, invece che prendere la macchina, annulla la sua presenza.

Difficile, spiega il Fatto, dire se ci siano altri viaggi in elicottero. Dall’aeroporto, infatti, spiegano che spesso i voli sono prenotati direttamente dagli autisti e non c’è modo di sapere chi sia il passeggero. Rimane il fatto che per volare a spese pubbliche serve l’approvazione del Consiglio dei ministri, in particolare del suo “ufficio voli”. Che non è esattamente un emblema della trasparenza della Pubblica amministrazione. Amato scrive di aver provato ad ottenere informazioni sentendosi dire che l’ufficio “non è aperto al pubblico” e che non può dare informazioni di questo tipo.

Di certo la normativa sui voli di stato, almeno sulla carta è molto restrittiva. Spiega Amato che si può volare a spese del contribuente solo in presenza di “comprovate ed inderogabili esigenze di trasferimento connesse all’efficace esercizio delle funzioni istituzionali”. E soprattutto che devono non essere “disponibili voli di linea né altre modalità di trasporto compatibili con l’efficace svolgimento di dette funzioni”. Il campo da golf?

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