ROMA – La piena tutela dell’articolo 18 per tutti i neoassunti dopo i primi tre anni di contratto a tutele crescenti. Lo chiedono in 29 della cosiddetta minoranza Pd, quella meno propensa a toccare l’articolo 18 come invece vorrebbe fare Matteo Renzi. Ma la fronda del “no” a Renzi, su tutta la materia lavoro, è per ora ferma a 40 onorevoli.
Se il premier vuole rivedere fortemente le norme sul lavoro, una parte dei Democratici intende dar battaglia sul Jobs Act. L’articolo 18 dopo tre anni di contratto a tutele crescenti, quello che il premier vorrebbe introdurre, è previsto in un emendamento al Jobs act a prima firma del senatore Federico Fornaro.
A questo punto la minoranza Pd, in sede di votazione, voterà le novità sul lavoro anche se non dovessero recepire gli emendamenti? Insomma, se Renzi dovesse andar dritto per la sua strada e arrivare allo scontro finale, si ammorbidiranno?
A questa domanda la senatrice Guerra ha risposto: “Gli aut-aut non sono nel nostro spirito”. “Non sono una valanga di emendamenti, non vogliamo conflitti né facciamo agguati” ha aggiunto il senatore Fornaro. Al momento, in calce ai sette emendamenti ci sono da 28 a 38 firme di senatori del Pd: riguardano articolo 18, demansionamento, controllo a distanza e ammortizzatori.
L’emendamento sull’articolo 18 indica la “previsione che ai nuovi assunti con contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti, le tutele del contratto a tempo indeterminato vigenti alla data di entrata in vigore della presente legge siano riconosciute in relazione all’anzianità di servizio, con il pieno godimento delle stesse a partire dal quarto anno di assunzione”.
Il riferimento è, quindi, al reintegro previsto dall’articolo 18 nei casi di licenziamento illegittimo. Inoltre si chiede “l’attuazione di un monitoraggio della disciplina relativa al licenziamento illegittimo al fine di valutare l’efficacia e l’efficienza delle procedure di conciliazione e giudiziarie vigenti alla data di entrata in vigore della presente legge anche sotto il profilo della certezza dei tempi della definizione della controversia e, conseguentemente, di individuare ogni opportuno intervento di revisione delle stesse”.
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