Morte Miotto, il generale Del Vecchio: “L’esercito non ha cambiato versione. La Russa riferisca in parlamento”

Mauro Del Vecchio

L’ex generale dell’Esercito Mauro Del Vecchio non ci sta: nel vivo della polemica sulla vera dinamica della morte del caporale Matteo Miotto, Del Vecchio, ora parlamentare del Pd, incalza il ministro della Difesa Ignazio La Russa, che ha accusato l’esercito di averlo informato “tardi e in modo incompleto”: “Venga a riferire alle Camere sullavicenda, dice in un’intervista al Riformista. Il Parlamento ha il dovere di conoscere l’intera dinamica sulla morte del militare, e merita di essere informato quanto prima dal titolare della Difesa”.

In particolare l’ex generale, comandante della missione Isaf fra il 2005 e il 2006, contesta quell’espressione (“indorare la pillola”) usata dal ministro per giustificare una prima versione dell’incidente secondo cui Miotto sarebbe stato ucciso da un cecchino isolato: “Per mia diretta esperienza posso confermare che i dirigenti delle forze armate non hanno mai nascosto né distortola realtà dei fatti. La mia convinzione è che vi sia stato un errore nella trasmissione delle informazioni a livello militare riguardo all’aggressione terroristica e al suo esito tragico. Come comandante delle operazioni Nato in Afghanistan confermo che non abbiamo mai subito attacchi da parte di cecchini isolati, ma solo aggressioni armate di gruppi di terroristi contro le basei della forza multinazionale”.

Del Vecchio chiarisce quella che considera essere la dinamica più plausibile dell’attacco: un “commando difficilmente quantificabile di guerriglieri che hanno attaccato a distanza la postazione italiana insieme ad alcuni cecchini”.

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