Il Mipaaf risponde al senatore De Bonis: “Nessun contributo alle multinazionali del tabacco”

Il senatore Saverio De Bonis insinua che ci sia un accordo tra Ministero delle Politiche Agricole e Forestali (Mipaaf) e Philip Morris. Di più, il senatore insinua che l’accordo tra Coldiretti e Philip Morris serva a far affluire nella casse della multinazionale del tabacco i fondi del Ministero.

Come? Perché Coldiretti, sostiene sempre De Bonis, “spingerebbe” i coltivatori a dare il loro tabacco a Philip Morris. E quindi fare concorrenza ai piccoli produttori di tabacco. Ma il ministero smentisce ogni accusa. E anzi, bonariamente, ipotizza che il senatore si sia sbagliato “in buona fede”.

La questione si inserisce nell’ambito della polemica sui presunti legami tra Casaleggio e la Philip Morris. De Bonis, in una intervista al Riformista, ha detto di aver presentato una interrogazione parlamentare scritta al governo. “A tre ministri: quello della Salute, quella dell’Agricoltura e quello dell’Economia e Finanze, per conoscere le motivazioni e gli accordi che stanno dietro allo sconto voluto e praticato sulle accise del tabacco riscaldato”. 

Il Mipaaf risponde a De Bonis sulla questione Philip Morris

La nota del Mipaaf è stata pubblicata sul sito del ministero. “Stupiscono le dichiarazioni del Senatore Saverio De Bonis in merito alle intese pubbliche sugli acquisti di tabacco tra Mipaaf e Philip Morris. Le informazioni rese dal Senatore nella sua intervista ad organi di stampa di oggi sono destituite di ogni fondamento. 

In particolare il Senatore nell’intento di “informare i cittadini” inventa un fantomatico contributo da parte del Ministero alla Philip Morris sulla filiera del tabacco. Si confida che l’errore del Senatore sia in buona fede e abbia male interpretato le notizie relative a tali accordi. Giusto quindi ribadire la realtà per una piena informazione dei cittadini.

Non esiste nessun contributo del Mipaaf a nessuna multinazionale del tabacco. Da anni il Mipaaf, al fine di tutelare i tabacchicoltori e una filiera che occupa migliaia di persone, sottoscrive intese a titolo gratuito con i trasformatori di tabacco, compreso Philip Morris, per impegnarli ad acquistare tabacco in Italia. Gli 80 milioni di euro citati dal Senatore De Bonis non sono quindi un contributo del Ministero a Philip Morris, ma quanto la stessa Philip Morris investe in Italia per acquisti di materia prima dagli agricoltori nazionali”.

L’intervista di De Bonis al Riformista

Ecco uno stralcio dell’intervista di De Bonis al giornalista del Riformista Aldo Torchiaro.

Me lo spiega bene? Cosa c’entra Coldiretti?

Philip Morris ha stabilito un rapporto privilegiato con Coldiretti. Se un gruppo di agricoltori vuole beneficiare di finanziamenti europei e proporsi come soggetto attivo sul mercato, deve organizzare una O.P. (Organizzazione Produttori) e se più O.P. vogliono avere una forza di impatto ancora maggiore, devono aggregarsi in una O.I.P. (Organizzazione Interprofessionale). Sono strumenti che gestiscono i prezzi, l’offerta, i contratti, gli accordi. Cose in cui Coldiretti è molto brava. Ma nell’accentrare nelle proprie mani questi accordi con Philip Morris, cosa ha fatto Coldiretti? Ha siglato un accordo per escludere di fatto i piccoli produttori di tabacco.

E con quale meccanismo?

Col tempo Coldiretti ha obbligato di fatto l’agricoltore che aveva il suo fascicolo presso un’altra associazione a portarlo nella sua associazione. Dicendogli chiaramente che se vuoi continuare a produrre il tabacco per Philip Morris, devi far parte della stessa associazione.

Facendo cartello, quindi.

Ha fatto un cartello sindacale, un sistema che hanno usato anche per altre filiere, dal grano al pomodoro. E beneficiare così di vantaggi.

E il ruolo di Casaleggio qual è?

Il ruolo di Casaleggio viene fuori con la blockchain, che i grillini hanno preso a cuore. Tra Casaleggio e Coldiretti c’è un contratto per la gestione della blockchain che emerge anche dalle carte pubblicate dal Riformista, dove ho visto tra i domini registrati da Casaleggio quello della blockchain di Coldiretti.

Mica mi vorrà dire che Casaleggio sta dietro anche a un triangolo tra Coldiretti e Philip Morris?

Di questo non abbiamo prove. Ma Casaleggio collabora con entrambi e ho certamente le prove del rapporto tra Coldiretti e Philip Morris, che fa affluire a Philip Morris una serie di contributi dal Mipaf attraverso le filiere. È opportuno che i cittadini sappiano che c’è anche un contributo di 80 milioni all’anno per favorire l’acquisto di materia prima di qualità in Campania, Toscana, Umbria e Veneto. Le agevolazioni alla Philip Morris non derivano dunque solo da una riduzione del gettito sul tabacco riscaldato ma anche da questo aiuto che Coldiretti, facendosi intermediaria con il Ministero, è riuscita a far acquisire attraverso questo accordo di filiera, pari a 80 milioni all’anno. (Fonti: Riformista, Mipaaf)

Gestione cookie