Berlusconi: “Pensateci stanotte”. Da Fli ultima offerta: “Astensione al Senato, dimettiti prima del voto alla Camera”

Fabio Granata

“La notte vi porti consiglio”. E’ la speranza di Silvio Berlusconi che chiudendo la sua replica al Senato in attesa del voto di fiducia del 14 dicembre chiede al Fli di “pensarci su” e votare per il bene del Paese. Fli ci pensa un’oretta e produce l’ultima proposta: “Ci asteniamo al Senato. Dimettiti prima del voto alla Camera”.

E’ l’ultimo tentativo di mediazione, frutto del malcontento e delle perplessità delle “colombe” finiane.  Dopo una serie di incontri nello studio del presidente della Camera il gruppo fa la sua ultima offerta. Offerta, e questo è l’elemento decisivo, firmata da tutti e 35 i deputati, colombe comprese. Offerta riferita da Silvano Moffa e Adolfo Urso al premier al suo arrivo a Montecitorio. In 35, quindi, chiedono a Berlusconi di fare un passo indietro, altrimenti sarà sfiducia. Votata da tutti i finiani, anche quelli più morbidi col Cavaliere.

Prima dell’ultima offerta. Il giorno che precede il voto nel Fli è fatto di tensioni e mal di pancia. Due deputati ci pensano su, dubitano, e vogliono provarle tutte prima di mandare il premier a casa. Sono Silvano Moffa e Maria Grazia Siliquini. E il loro due voti che possono risultare decisivi nella tenuta del governo.

Così chiuso l’intervento del premier in Senato, alla Camera è un via vai di vertici. Iniziano a pranzo, nello studio di Fini, Moffa, Adolfo Urso e Andrea Ronchi. Un’oretta e poi via senza dire una parola. Poi Moffa rientra dal presidente e al vertice si unisce anche Italo Bocchino. Alla fine tutti via verso l’Aula. A bocche cucite.

Dopo i primi incontri, nel Fli Granata è ottimista: ”C’è una posizione notoria di Moffa e della Siliquini, che però dovrebbe rientrare. O almeno speriamo”.  Passano cinque minuti e la Siliquini lo gela con una dichiarazione laconica: “Non è rientrato niente, aspettiamo sviluppi”.

Intanto alla Camera si susseguono gli interventi. Alle 16 Fini c’è, Berlusconi non arriva. Il democratico Dario Franceschini si lamenta dell’assenza, ma il Cavaliere è in altre faccende affaccendato.  Nella Sala del Governo, a due passi dall’Aula, attorno alle 16:15 il premier incontra proprio Moffa e Urso. Probabilmente i finiani gli espongono l’ultima offerta.  La partita, più che in Aula, sembra giocarsi negli incontri privati.

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