Molti nel Pd disertano manifestazione contro decreto salva liste

Si allunga la lista dei dirigenti Pd che non parteciperanno alla manifestazione di sabato contro il decreto salva liste. Defezioni, dettate dagli attacchi di Di Pietro al capo dello stato, arrivano non soltanto dall’ala cattolica, ma anche dall’area ex Ds o comunque non ex Ppi. «Io non ci sarò», ha detto ieri al Sole24ore.com l’ex ministro Giovanna Melandri, ma non è la sola a dire no.

Enrico Morando nella riunione del coordinamento di domenica aveva convenuto, racconta, di promuovere la manifestazione sulla base della piattaforma che prevedeva critiche al decreto ma anche esplicito apprezzamento per la funzione di grande equilibrio svolta dal presidente della Repubblica. Invece «nell’impegno preso da Bersani e Di Pietro non c’è traccia di parole di stima per il capo dello stato».

In più sono arrivate alcune frasi del leader Idv che Morando considera «inaccettabili», nelle quali Di Pietro ha paragonato Giorgio Napolitano a un padre che tradisce («Il presidente della Repubblica io lo vedo come un padre della Costituzione, un padre della legalità e se scopro che mio padre stava lì, nottetempo, insieme a chi mi vuole far male, a scrivere quella norma, io dico: papà se mi tradisci pure tu, da chi vado?»).

Insomma stando così le cose il Pd avrebbe dovuto rivedere il proprio impegno per la manifestazione, anche perchè il rischio, dice Morando «è quello di fare il gioco di Berlusconi, sollevando critiche come se l’avversario fosse il Quirinale». Ma c’è anche un’altra ragione che gli consiglia di disertare la piazza ed è la decisione di fare parlare tutti i segretari dei partiti di centrosinistra, «inopportuna». «Era meglio affidarsi a un’unica personalità rappresentativa, anche perché con la nascita del Pd avevamo deciso che mai più ci sarebbero state manifestazioni con la sfilata di tutti i leader».

In piazza non ci sarà nemmeno Umberto Ranieri, a Napoli per impegni elettorali. Ranieri non è convinto «che la strada giusta per contrastare lo stile del governo Berlusconi sia la chiamata a raccolta di tutti in una manifestazione condizionata da eccessi di personalità come quelli di Antonio Di Pietro». E il suo ragionamento va oltre le questioni che riguardano il Capo dello Stato, perché «per gli elettori che si allontanano da un Pdl in crisi il Partito democratico dovrebbe essere un punto di riferimento facendo opposizione determinata, ma lontana dalle esasperazioni e dai massimalismi». Ora che le previsioni dicono che i moderati sarebbero orientati a lasciare il centrodestra, «il Pd può essere un punto di riferimento se si caratterizza con una campagna politica che non concede nulla alle esaperazioni di Di Pietro».

Neppure Giorgio Tonini, fondatore dei cristiano sociali, parteciperà alla manifestazione. «Che fossi incerto lo avevo detto sin dall’inizio» e poi la piattaforma «è reticente sul tema di Napolitano, non ci sono apprezzamento e solidarietà per il capo dello stato». È chiaro comunque «che ciascuno fa le sue valutazioni personali, che decide secondo coscienza».

Di scelte personali parla anche Livia Turco che in piazza ci sarà. «Mi ci porta la mia coscienza». Turco non vuole sentir parlare di divisioni: sono solo «sensibilità diverse, sulla campagna elettorale siamo uniti». E poi «il governo ha fatto cose molto gravi e c’è bisogno di affermare il valore della democrazia». La manifestazione «sarà un modo per esprimere profonda gratitudine al Capo dello Stato e se Di Pietro lo atteccherà – avverte – verrà sommerso dai fischi». Anche Mimmo Lucà ricorda che Di Pietro ha assicurato che non criticherà il Capo dello Stato e «se non manterrà la parola data per lui ci saranno conseguenze». Non si può certo dire che il leader Idv non sia avvertito.

Intanto la scaletta della manifestazione è pronta. L’inizio è fissato alle 14.00 in piazza del Popolo, il primo a salire sul palco sarà il segretario socialista Riccardo Nencini, poi il Verde Angelo Bonelli, il leader di Sinistra ecologia libertà Nichi Vendola, quindi Paolo Ferrero di Federazione della sinistra, la candidata nel Lazio Emma Bonino, il leader Idv Antonio Di Pietro e, ultimo verso le 17, il segretario Pd Pierluigi Bersani. Il Popolo viola parteciperà tra la folla.

Gestione cookie