Casa di Montecarlo, Frattini: “Carte autentiche, ma le valuterà la procura”

Pubblicato il 27 Gennaio 2011 - 11:33 OLTRE 6 MESI FA

Franco Frattini

ROMA – Le carte sulla casa di Montecarlo inviate da Santa Lucia “sono autentiche, e sono state inviate dal governo su richiesta della Farnesina. Ora sono al vaglio della procura di Roma”: è quanto ha detto il ministro degli Esteri Franco Frattini nel corso della risposta ad una interrogazione urgente al Senato sulla proprieta’ dell’ex casa di An a Montecarlo.

”La scorsa estate è sorta una accesa polemica sulla vicenda della proprietà di un appartamento situato a Montecarlo, già facente parte di un legato di un partito politico italiano, Alleanza Nazionale, che si trovava nella disponibilità di un cittadino italiano, Giancarlo Tulliani”. Con queste parole il ministro degli Esteri e’ entrato nel merito dell’interrogazione urgente sulla casa di Montecarlo. ”L’oggetto della polemica – ha detto – è stato anche l’origine e la autenticità di un documento a firma del ministro della Giustizia di Santa Lucia che attribuiva allo stesso signor Giancarlo Tulliani la titolarità delle proprietà di società ‘off shore’ intestatarie dell’immobile”. ”L’inchiesta è stata disposta dalle autorità di Santa Lucia ed è nata per accertare – ha aggiunto – le ragioni per le quali il prezzo di vendita fosse basso in relazione al livello medio del prezzo di mercato degli immobili a Montecarlo”.

”Alcune settimana fa ho ottenuto risposta dalle autorità di Saint Lucia che me ne hanno certificato l’autenticità per la veridicità dei dati contenuti in questi documenti”, ha detto il capo della Farnesina.

L’intervento di Frattini a palazzo Madama è arrivato dopo una discussione aspra tra maggioranza e opposizione sull’opportunità dell’iniziativa del ministro. Ai dubbi di Terzo Polo e Pd Frattini ha risposto così: “Essenziale prima del merito una precisazione sul metodo”.

“Il ministro degli Esteri – ha precisato Frattini – non si ‘scomoda’ mai quando viene in Parlamento ma fa, semplicemente, il proprio dovere. E viene in Parlamento quando al Parlamento viene chiamato, non quando lo decide il governo, che non può né deve decidere se, e dove, essere ascoltato, se in commissione o in Aula”. ”Sarà la Procura della Repubblica, se lo riterrà opportuno, a farne uso”. ”Il documento non può essere a integrale disposizione e sui particolari non posso e non debbo aggiungere altro. Sarà la procura della Repubblica, se lo riterrà, a farne uso”, ha detto Frattini, precisando che la documentazione è stata inviata ”per le valutazioni di competenza, e quindi non nella indicazione di eventuali fattispecie di illecito penale, alla procura della Repubblica di Roma” perché ”vi è ancora un fascicolo aperto sulla vicenda”.

L’opposizione. I senatori dell’Api, dell’Udc e dell’Idv hanno lasciato l’Aula del Senato non appena il ministro degli Esteri Franco Frattini ha iniziato a rispondere sull’interrogazione di Luigi Compagna (Pdl) sulla casa di An a Montecarlo. A lasciare l’Emiciclo di Palazzo Madama quando il ministro Frattini ha risposto alla interrogazione di Luigi Compagna sono stati anche i senatori del Pd ma non quelli di Fli: Pasquale Viespoli e la ”pattuglia” dei finiani sono, infatti, rimasti in Aula.

Rosi Mauro: “L’interrogazione riguarda aspetti che rientrano nella conoscenza del governo”.  ‘‘La presidenza del Senato ha solo preso atto dell’intenzione manifestata dal governo di rispondere a questa interrogazione nella seduta di oggi, che era già dedicata all’esame di atti di sindacato ispettivo”: lo ha puntualizzato nell’aula del Senato la vicepresidente Rosi Mauro rispondendo alle obiezioni regolamentari mosse dall’opposizione sull’esame dell’interrogazione di Luigi Compagna (Pdl) sulla casa di An a Montecarlo. Mauro ha spiegato che ”l’interrogazione a Compagna non riguarda soggetti o comportamenti istituzionali, ma aspetti che rientrano nella conoscenza del governo. Un giudizio di inammissibilità del presidente del Senato su questo atto, pertanto, sarebbe stato fuori luogo. Inoltre, il governo aveva fatto sapere di voler rispondere già da prima, ed il presidente del Senato non poteva che prenderne atto”.