Il no di Montezemolo: “Nel 2013 non mi candido”

TORINO, 30 MAR – Una sola parola, un ”no” secco a chi gli chiede se nel 2013 si candidera’. Ma tante parole per sottolineare che l’anno venturo, alla chiusura della parabola del governo tecnico, bisognera’ aprire ”una pagina completamente nuova nel rapporto fra politica e cittadini”, mobilitando ”risorse civiche, idee e persone diverse”. Ecco il messaggio che Luca Cordero di Montezemolo, oggi, lancia da Torino, dove e’ intervenuto a un’iniziativa di Italia Futura sulla sussidiarieta’. Ma in serata il suo entourage da’ l’interpretazione autentica del pensiero del presidente della Ferrari sulla possibile candidatura nel 2013: ”Inutile che continuiate a chiedermelo in questo momento, sennò sono obbligato a dirvi di no, per ora faccio il mio lavoro”.

Montezemolo sul governo Monti non ha dubbi: ”Deve essere sostenuto in tutto e per tutto, soprattutto adesso”. E anche la riforma Fornero ”va nella giusta direzione: la appoggiamo con convinzione, a patto che dai tagli alla spesa improduttiva si recuperino risorse per completare il sistema degli ammortizzatori”. Ma i nodi verranno al pettine nel 2013, perche’ ”gli italiani, dopo la grande sensazione di trasformazione di questi mesi, non accetteranno la vittoria del motto ‘cambiare tutto per non cambiare nulla”’.

”Questa – ha ribadito – e’ la sfida a cui ciascuno di noi dovra’ contribuire”. Sembra l’annuncio di una discesa in campo, ma per ora non lo e’. Montezemolo, davanti a una platea che in prima fila vedeva il sindaco Piero Fassino e l’ad Fiat Sergio Marchionne (che poco prima aveva detto ”lui in politica? l’ho sempre scoraggiato”), ha parlato di politica ma – ha voluto ripetere – solo ”perche’ oggi come oggi i cittadini hanno il dovere di parlare della casa pubblica”. E’ solo questo – afferma Montezemolo – il senso del ”manifesto” di Italia Futura, il ”cantiere di idee” rivolto ”alla societa’ civile e alle forze politiche che si riconoscono in valori liberali, popolari e democratici”, con la ricetta articolata in cinque punti: globalizzazione, riequilibrio del rapporto fra Stato e cittadini, carico fiscale spostato dal lavoro alle rendite, ripensamento del welfare, riforme istituzionali ed elettorali.

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