ROMA – ''L'ingresso in campo del Fondo monetario internazionale e i rendimenti dei Btp al 6 per cento, indicano che siamo ormai al punto di non ritorno. Non c'è più un minuto da perdere. Sono in gioco i risparmi degli italiani, la tenuta sociale e la permanenza dell'Italia nel sistema Euro''. Esordisce così Luca Cordero di Montezemolo in una lettera pubblicata oggi su Repubblica, in cui l'imprenditore auspica un ''governo di salute pubblica'', ''subito'', e lancia cinque proposte per arginare la speculazione e ''ridare una prospettiva di crescita al Paese''.
Per l'ex presidente di Confindustria da maggioranza e opposizione ''non arrivano risposte adeguate'', così come la lettera all'Ue è ''manifestamente insufficiente rispetto alla gravità della situazione''. Poi indica cinque misure da adottare subito, pena il rischio ''esplosione'' per l'Italia.
In primo luogo la riduzione dei costi della politica, ''partendo dal numero dei parlamentari, dall'abolizione delle province e degli altri enti inutili'', anche con una ''patrimoniale sullo Stato''.
Poi il lavoro, tema sul quale Montezemolo condivide la proposta Ichino: ''abolire i contratti a termine (mantenendo solo quelli fisiologici e stagionali), sostituendoli con un contratto unico, che consenta il licenziamento per motivi economici o organizzativi, ma che protegga il lavoratore dalle discriminazioni''.
Prioritario, per il Paese, è poi tornare ad essere produttivo e quindi per il presidente della Ferrari ''non possiamo più permetterci di avere un fisco che premia rendite e patrimoni''. In questa direzione, spiega, ''con l'introduzione di una imposta permanente sulle grandi fortune e l'abolizione degli incentivi alle imprese si potrebbe tagliare in maniera radicale l'Irap'', mentre ''vincolando per legge i proventi della lotta all' evasione alla diminuzione dell'Irpef, ad iniziare dai redditi medi e bassi, si creerebbero le condizioni per un positivo conflitto di interessi tra chi paga e chi evade''.
Quarto intervento sulle pensioni, ''abolendo quelle di anzianità e passando ad un sistema interamente contributivo''.
Infine le liberalizzazioni. Questi gli antidoti a parere di Montezemolo, che però non nutre fiducia nell'attuale classe dirigente: ''sappiamo che nessuno dei due schieramenti porterà avanti questa agenda''. Tuttavia, aggiunge, ''dentro la destra e la sinistra stanno emergendo forze che spingono per un rinnovamento vero del proprio schieramento''.
''Se Berlusconi continuerà ad anteporre le proprie ambizioni al bene dell'Italia – conclude Montezemolo – e se la sua maggioranza lo asseconderà in questa pericolosa scelta, si concluderà nel peggiore dei modi un percorso politico che ha ombre e luci, ma che non merita di affondare nello spirito del 'dopo di me il diluvio'''.