ROMA – Mario Monti al Corriere della Sera: “Devo convincere tutti, eppure ho più consenso dei partiti che mi sostengono”. Il premier, intervistato da Federico Fubini, ha specificato: ”Nessuno mi ha scelto, ma devo convincere tutti”; ”non mi sento solo”, ”coloro che sono stati presidenti del Consiglio prima di me non dovevano guadagnarsi tutti i giorni il consenso”, e ancora: ”non faro’ piu’ battute”.
Quella di Fubini è una intervista-prefazione del volume ”Le parole e i fatti” di cui il Corriere della Sera ha pubblicato ampi passaggi. ”Non credo possa considerarsi solo uno che, per quello che possono valere i sondaggi, sembra avere un consenso superiore a quello di cui godono i partiti che lo sostengono in Parlamento – spiega il premier – E quando incontro persone per la strada, mi sento dire quasi sempre: ‘Vada avanti!”’.
”La pedagogia e’ naturale in un professore – aggiunge – e’ l’unica arma che ho. E ho un obbligo di spiegare maggiore di altri. In questo contano le ragioni soggettive: nessuno mi ha scelto, ma devo dire agli italiani che se sono qui e’ per far fare loro cose che non volevano fare e che tutti quelli che sono venuti prima hanno sostenuto si potessero evitare. In piu’ sono questioni complicate, quindi cerco di spiegarle”.
”Uno degli aspetti che mi sono imposto di cambiare – prosegue – in parte riuscendoci, e’ che io ero abituato a parlare davanti a un pubblico piu’ limitato e spesso anglosassone, dove la battuta e l’ironia sono elementi essenziali. Ma e’ molto rischioso: perche’ e’ vero che il posto fisso e’ monotono, pero’ sicuramente dirlo in quel modo e’ stato per me un bell’infortunio. Quindi adesso cerco di non fare piu’ battute, che pure all’inizio mi avevano aiutato a comunicare”.
La crisi, dice Monti, non e’ dovuta ”agli eccessi del mercato, ma a un mercato dove la presenza della regolazione e della vigilanza e’ stata insufficiente”. Motivo per cui Mario Monti crede ”in un’economia di mercato con pubblici poteri forti” che ”permette di avere un’economia sociale di mercato, che riesca a contemperare la competitivita’ e appunto la dimensione sociale”.
A proposito dell’euro il presidente del Consiglio osserva che l’Italia ha perso ”la guerra” con se stessa perche’ una volta conseguito l’obiettivo di entrare nella moneta unica non e’ stata competitiva: ”Visto che l’Europa non ci dava un vincolo cogente come per la finanza pubblica – spiega – dovevamo farci noi un piano delle riforme strutturali. Che poi e’ quello che dieci anni dopo l’Europa ha impostato con i piani nazionali delle riforme”.
Monti sperava che ”il governo Berlusconi, uscito dalle elezioni del 2008 con una maggioranza cosi’ forte, con un orizzonte di cinque anni e quel successo d’immagine al G8 dell’Aquila, avrebbe veramente potuto fare un piano delle riforme strutturali, invece di negare che l’Italia avesse un problema di crescita”.
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