Monti si dimette dopo 401 giorni: dallo spread a 578 alla “fine del mondo”

Monti si dimette dopo 401 giorni: dallo spread a 578 alla “fine del mondo”

ROMA – Era il 2011. Era novembre. Lo spread era arrivato a 578 punti. E’ cominciata così l’avventura di Mario Monti che ricevette da Giorgio Napolitano il 13 novembre 2011, l’incarico di formare il secondo esecutivo della XVI legislatura, iniziata il 29 aprile 2008. Succede al Berlusconi IV (8 maggio 2008-16 novembre 2011). Un esecutivo breve, 401 giorni, sicuramente non il primo, ma dalla vita densa di significati, tanto per cominciare perchè apre la stagione dei tecnici, conclusasi poi definitivamente il giorno della fine del mondo.

Le premesse del cambio della guardia scattano l’8 novembre 2011. La Camera approva il Rendiconto generale dello Stato ma con soli 308 voti favorevoli, al di sotto della maggioranza che sulla quale si regge il governo Pdl. Silvio Berlusconi sale al Quirinale ed è il Capo dello Stato ad annunciare che il presidente del Consiglio rimetterà il mandato appena approvata la legge di Stabilità. Il 12 novembre 2011 infatti Berlusconi torna sul Colle, e si dimette. Il 17 novembre Monti incassa la fiducia del Senato con 281 sì, 25 no e nessun astenuto. Alla Camera, il giorno dopo, ci saranno 556 sì, 61 no e nessun astenuto. Si apre la stagione dei tecnici, cioè ministri non politici guidati da un presidente del Consiglio altrettanto non politico.

Prima e significativa missione internazionale il 24 novembre, a Strasburgo: Monti incontra Angela Merkel e Nicolas Sarkozy, per un’analisi della situazione dei mercati in Ue che ha anche un forte peso metaforico. Il 30 novembre c’è il sì bipartisan alla Camera del pareggio di bilancio in Costituzione. Il 4 dicembre arriva il decreto con la manovra fiscale. Il 9 febbraio il presidente del Consiglio è a Washington da Obama, altro momento saliente nell’azione di relazioni internazionali per un altro dei punti programmatici fissati da Monti, quello del recupero della credibilità internazionale del nostro Paese.

Il 20 maggio viene presentata la riforma del lavoro che prevede l’intervento sull’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori. Durante il vertice europeo del 28/29 giugno si adotta lo scudo anti-spread che prevede l’intervento dell’European Financial Stability per monitorare le oscillazioni in ambito Ue. Il 31 ottobre è approvata la riforma generale delle province.

La parola fine arriva il 6 dicembre. Angelino Alfano, in Aula alla Camera, dichiara conclusa la stagione del governo Monti: il Pdl si astiene sul voto al Senato del dl Sviluppo e alla Camera sulle spese di Regioni ed enti locali. È nella serata dell’8 dicembre che si tiene il colloquio tra Monti e Napolitano, ed è nel comunicato del Colle che si anticipa che Monti rimetterà il mandato al Capo dello Stato dopo l’approvazione della legge di Stabilità.

E si arriva al 21 dicembre, per la cabala e le credenze della rete il giorno della “fine del mondo”, più semplicemente il giorno dell’approvazione del provvedimento finanziario. Da domenica, con una conferenza stampa di fine anno si aprirà una fase nuova, quella del monti politico.

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