Monti: “No abolizione Imu. La fine delle larghe intese ci seppellirebbe tutti”

 Mario Monti (LaPresse)
Mario Monti (LaPresse)

ROMA – “Scelta Civica si opporrebbe, come altri, a richieste eccessive del Pdl in materia di Imu, non coerenti né con la situazione economico-finanziaria del Paese, né  con gli impegni del governo e della maggioranza”. Lo scrive Mario Monti in un editoriale sul sito di Scelta Civica.

L’ex premier parla anche del governo delle larghe intese: “Un’interruzione dell’opera del Governo Letta recherebbe danni gravi alla situazione economica e sociale del Paese, oltre che seri rischi per l’Eurozona“.

“Se poi una crisi di governo dovesse portare ad elezioni anticipate – continua Mario Monti –  il cumulo di macerie seppellirebbe in ugual misura vincitori, sconfitti e tutti i cittadini, compresi quelli ai quali si vorrebbe fra credere che si e’ arrivati alla rottura per tener fede alla promessa di liberarli dall’Imu”.

In un editoriale che sarà a breve pubblicato sul sito di Scelta Civica, Monti spiega anche che “mentre infuria il dibattito politico, in particolare sull’Imu, si è prestata poca attenzione ad un’indicazione importante sull’economia italiana, pubblicata giovedì 8 agosto dall’Ocse. Eppure è proprio a questa indicazione che dovrebbero guardare oggi le forze politiche, per orientare i loro comportamenti in modo responsabile. Arriva la ripresa, frutto della crisi finanziaria sventata, del bilancio risanato e delle prime riforme strutturali”.

A fronte di tutto questo, per il Professore, “l’azione di un governo per sventare una grave crisi finanziaria, risanare il bilancio pubblico e favorire la crescita mediante le riforme strutturali non può certo essere indolore e richiede un certo tempo prima che si manifestino gli effetti desiderati. Cio’ corrisponde al comune buon senso ed e’ ben noto agli esperti, che a volte tendono peraltro a dimenticarlo con disinvoltura quando si impegnano nella polemica politica. Esistono – spiega ancora Monti – alcuni leading indicators che tendono a segnalare, con un anticipo di circa sei mesi, i punti di svolta del livello effettivo di attivita’ produttiva. Per ogni Paese l’Ocse pubblica un dato sintetico di tali indicatori (composite leading indicator, CLI). I dati pubblicati giovedì, che arrivano fino a giugno 2013, mostrano che i primi segni di miglioramento del Cli per l’Italia risalgono all’autunno 2012. Da gennaio 2013, ormai per sei mesi consecutivi, la tendenza alla crescita accelera in Italia (le variazioni percentuali mensili del CLI sono crescenti), mentre si è stabilizzata nell’insieme dell’Eurozona”.

“Per consolidare la ripresa produttiva ed estenderla all’occupazione, soprattutto giovanile, è necessario non deflettere dalla disciplina di bilancio e intensificare risolutamente le riforme strutturali. Il Fmi ha recentemente previsto che l’applicazione piena delle riforme varate dal governo precedente porterebbe di per sè, sull’arco di cinque anni, ad una crescita del 5,75% in più di quella che vi sarebbe altrimenti”, aggiunge Monti.

Il punto di svolta verso l’alto della produzione effettiva, dovrebbe essere vicino, come il Governo e la Banca d’Italia hanno segnalato in questi giorni. Chissà se un giorno se ne convincerà anche quella personalità di vertice del mondo imprenditoriale che, ancora il 10 giugno, giudicava la politica economica introdotta nel novembre 2011 come un esercizio di “austeritàfine a se stessa”. Tuttavia, conclude, “tutti gli osservatori convengono che occorrerà ancora parecchio tempo prima che la svolta positiva si manifesti anche per l’occupazione. Finché ciò non avverrà, ‘il clima sociale sarà molto faticoso e pieno di difficoltà’, come ha giustamente affermato il Presidente del Consiglio Enrico Letta”.

 

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