Monti si dimette, moderati agitati aspettano la sua candidatura

Monti si dimette, moderati agitati aspettano la sua candidatura

ROMA – L’attesa per le decisioni di Mario Monti crea agitazione tra i moderati che guardano con apprensione. ”Penso che un po’ di nervosismo sia più che giustificato. La cosa migliore da fare è aspettare un paio di giorni”, consiglia uno dei fondatori del manifesto Verso la Terza Repubblica, Lorenzo Dellai. Ma le indiscrezioni che parlano di un rinvio delle comunicazioni di Monti sul suo futuro, sembrano riportare indietro le lancette di qualche giorno. Se fosse vero che domenica, invece che l’atteso discorso che avrebbe dovuto sciogliere ogni dubbio, Monti si dovesse limitare a illustrare la sua cosiddetta agenda programmatica, dubbi su un possibile passo indietro rispetto alla sua discesa in campo che sembrava ormai assodata, sono leciti.

Ma nulla è ancora dato per perso, probabilmente si tratterà solo di un rinvio, di una nuova pausa di riflessione. Quindi, per ora, i moderati ostentano nervi saldi e mantengono dritta la barra. ”Credo che il presidente sia intenzionato ad essere determinato e proseguire la strada dell’impegno anche se le forme non le conosco”, rassicura un’altro dei fondatori del movimento Verso la Terza Repubblica, Andrea Olivero che spiega: ”La candidatura diretta non è però strettamente indispensabile visto che è senatore a vita. Presentarsi alla Camera creerebbe qualche attrito con il Quirinale”.

Ed anche il ministro, anche lui della stessa lista, Andrea Riccardi, continua a sostenere l’ormai ex primo ministro: Monti, dice, ”non è una parentesi da concludere. Ma un punto da cui partire. A febbraio gli italiani voteranno: a loro è la scelta della guida del Paese nella prossima legislatura”. ”La direzione è presa anche se tutte le strade sono ancora aperte” rassicurano anche i centristi ed anche tra i montezemoliani la parola d’ordine è ”aspettiamo e vediamo. Per ora nessun piano B”.

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