Monti teme un altro spread, quello tra partiti e governo

Angelino Alfano e Mario Monti (LaPresse)

ROMA – Nel giorno in cui il differenziale tra btp e bund tedeschi torna per la prima volta da settembre sotto i 300 punti è un altro spread a preoccupare Mario Monti: quello tra il suo governo e i partiti che tale governo sostengono o dovrebbero sostenere.

Il premier ne parla da Belgrado, dove è fresco di incontro con il presidente Boris Tadic. Più della candidatura serba ad un posto nella Ue, però, Monti ha altre cose in mente. A cominciare da quel vertice con Pd, Pdl e Terzo Polo che doveva esserci e che invece non c’è stato causa assenza di Angelino Alfano, preoccupato da un paio dei temi sul tavolo, la Rai e la Giustizia.

Segnale chiaro: passi il governo tecnico e il bagno di popolarità solo fino a quando Monti rimane nello stretto del sentiero economico. Fuori fiducia non è garantita ma, nell’impossibilità politica di far cadere un governo per le nomine Rai (suicidio politico ed elettorale impossibile anche solo da pensare a così poco tempo dalle amministrative), meglio che non se ne parli affatto. Soprattutto se, come è accaduto nel caso del Pdl, l’incontro preliminare tra Fedele Confalonieri e Monti è stato un flop per le aspirazioni di chi, nonostante tutto, del Pdl rimane il vero leader, Silvio Berlusconi.

Così Monti da Belgrado spiega:  “Il fatto è che si restringe lo spread, l’auspicio è che restringendosi questo spread non si allarghi lo spread tra i partiti politici che sostengono la maggioranza. Altrimenti ci sarebbe un prematuro intralcio alle politiche di risanamento di bilancio e al rilancio”. Il dettaglio è tutto là: per risanamento e bilancio Monti intende anche Rai e giustizia, il Pdl no.

Così, solo qualche giorno dopo il colpo di teatro di Berlusconi che vedeva un Monti al governo anche dopo il 2013 ora i rapporti tornano ai minimi. Complice anche il ministro Andrea Riccardi che ieri, irritato per il mancato vertice si è lasciato andare: “Alfano voleva solo creare il caso. Vogliono solo strumentalizzare, ed è la cosa che mi fa più schifo della politica, ma quei tempi sono finiti. Loro hanno grossi problemi nel trovare l’accordo sulla legge elettorale”. Parole cui sono seguite precisazioni e ovvie scuse di rito che non hanno però calmato tutto il Pdl.

In 45, una pattuglia guidata dall’ex ministro della Giustizia Francesco Nitto Palma.  hanno prodotto una lettera per presentare una mozione di sfiducia contro il ministro “schifato”. Perché, si legge nella lettera, le scuse di Riccardi sono “apprezzabili” ma non sufficienti. Il resto del Pdl non apprezza, se non altro per ragioni di opportunità e il quotidiano Repubblica racconta di un Berlusconi impegnato per far rientrare l’iniziativa. Col Pdl, però, lo spread di Monti è in deciso rialzo.

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