La Moratti contro Pisapia: “Un ladro”. Lui: “Falso, sono stato assolto”. Ecco le carte

Giuliano Pisapia (foto Lapresse)

MILANO – Letizia Moratti si vanta di essere una moderata e al suo sfidante per la poltrona di sindaco a Milano, Giuliano Pisapia, dà del ladro pubblicamente. I giornali e la rete, oltre al diretto interessato, si prodigano a dare le risposte e le smentite, carte giudiziarie alla mano.

Si parla di una sera del 19 settembre del 1977, di un furto,  di un furgone che “procedeva sobbalzando per poi fermarsi al centro dell’intersezione fra piazza Trento e via Crema” e del guidatore che scappava (arrestato poco dopo ed identificato in Massimiliano Barbieri). I dettagli saranno raccontati, ricostruisce il Giornale, da Roberto Sandalo, soprannominato “Comandante Franco”, che “fece parte di Lotta Continua e poi di Prima Linea, e venne arrestato il 29 aprile del 1980”.

Partiamo dalle parole dell’attuale sindaco: “Io sono una moderata, lo sono sempre stata. Questo a differenza di Pisapia che è stato riconosciuto colpevole dalla Corte di Assise del furto di un veicolo utilizzato poi per un sequestro e il pestaggio di un giovane. L’amnistia non è assenza di responsabilità”.

Pisapia dalle colonne del Corriere della Sera ricostruisce tutto, smentendo la Moratti: “Fui arrestato, innocente, per banda armata e concorso morale nel furto di una autovettura – aveva spiegato lo stesso Pisapia qualche giorno fa in una intervista al Corriere della Sera – prosciolto dalla prima accusa; giudicato e assolto anche per la seconda. Si trattò di errore giudiziario, riconosciuto da una sentenza passata in giudicato, che comunque ho pagato con quasi quattro mesi e mezzo di carcere”.

La Moratti chiama ancora ladro Pisapia, il quale offeso ha deciso di querelare. Il Giornale pubblica la sentenza della Corte d’Assise (primo grado) e ricostruisce che il candidato Pd è stato assolto non in prima istanza, (contestualmente, la Corte di Assise dichiarò il reato “estinto per amnistia”),  ma in Appello.

“Solo due anni e mezzo dal fatto – si legge nella sentenza – Sandalo ha confessato di avere partecipato a quel furto con Barbieri, Donat Cattin e con il concorso organizzativo di Pisapia e Trolli, in vista di un successivo sequestro di persona da compiere in danno con William Sisti, noto dirigente del gruppo milanese dell’MLS”.

Secondo il Giornale Pisapia fece appello (accolto) alla III Corte d’Assise d’Appello di Milano: nel 1985 è stato assolto “per non aver commesso il fatto”. “In conclusione non vi è prova – si legge nella sentenza – di una partecipazione del Pisapia, sia pure solo sotto il profilo di un concorso morale, al fatto per il quale è stata elevata a suo carico l’imputazione di furto”.

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