Morte Scalfaro. Fu l'ultimo pm a chiedere la pena di morte

ROMA, 29 GEN – Per un uomo con la toga ''appiccicata sulle spalle'', cattolico convinto (integrale senza essere integralista) è stato sempre un episodio con cui confrontarsi e che gli avversari politici gli hanno frequentemente ricordato: Oscar Luigi Scalfaro è stato infatti l'ultimo pm a chiedere, nell'immediato dopoguerra, che venisse comminata la pena di morte in virtù del codice penale militare di guerra.

Un episodio che Scalfaro ha ricordato, anche nei frangenti più duri della polemica politica, per rimarcare che la legge si deve applicare interamente e non tenendo conto dei convincimenti o delle idee personali.

A 26 anni il giovane Scalfaro risponde alla richiesta di arruolamento straordinario di magistrati decisa dal Guardasigilli Palmiro Togliatti. E' una scelta di necessità. Scalfaro svolge quindi le sue funzioni di pm presso le Corti di Assise speciali di Novara ed Alessandria. A conclusione di un dibattimento, nella veste di pm di udienza, Scalfaro chiese l'applicazione della pena di morte: "Sulla pena dei fatti rappresentanti – spiegò nel '92 – non si poteva chiedere meno che quella pena. Fui molto combattuto con la mia coscienza e con le mie convinzioni. Presi dieci giorni di tempo per decidere come comportarmi: da magistrato, dovevo applicare la legge, non potevo mercanteggiare".

"Ero molto giovane ma studiai 15 giorni gli atti processuali per vedere se ci fosse un cavillo in grado di evitare la condanna capitale, per quanto i reati commessi fossero di estrema gravità". "Alla fine chiesi la condanna, ma subito dopo la requisitoria feci una dichiarazione alla Corte dicendo: 'Tenete presente finché potete che sul piano personale sono contrario alla pena di morte'". "Non potevo far diversamente perché vigeva il codice di guerra ma di fronte ai giudici parlai per mezz'ora contro la pena di morte e successivamente chiesi la grazia per tutti i condannati: l'imputato di cui mi ero occupato io l'ottenne. Negli anni '50 divenne un'attivista dell'Msi. E' morto di vecchiaia a più di 80 anni".

Gli altri coimputati, tuttavia, vennero fucilati e quella fu l'ultima volta che in Italia venne applicata la pena di morte.

"L'uomo pubblico, quando si trovi a prendere decisioni in contrasto con le proprie convinzioni etiche e religiose – ha commentato nel 2000 rifacendosi sempre a questo episodio – ha davanti a se due strade: una, lasciare la toga; l'altra, restare e applicare rigorosamente la legge perché lo Stato è di tutti". Nonostante ciò a Scalfaro più volte quella richiesta di condanna è stata polemicamente ricordata: da Gustavo Selva ad esempio, e da ultimo, nel 2002 da Francesco Nitto Palma. "A differenza di Scalfaro, che l'ha fatto per pochi mesi, io ho fatto il magistrato per 25 anni e pur essendo uno spirito laico non avrei mai chiesto la pena di morte nei confronti di un imputato".

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