MILANO – Mps, Roberto Maroni, segretario della Lega, attacca Giorgio Napolitao: “Conosco e stimo Napolitano, non voglio pensare questo, ma la brutta impressione è che sia sceso in campo per coprire lo scandalo Mps e attenuare i riflessi negativi che sta avendo sulle sorti elettorali del Pd“.
Intanto, secondo quanto dice Il Corriere della Sera, sarebbero pronti almeno 10 inviti a comparire per gli indagati nell’inchiesta Mps. E intanto il Tar del Lazio non accoglie la richiesta del Codacons di sospendere i Monti Bond.
Maroni ha voluto parlare dell’intervento del capo dello Stato “che chiede ai giornalisti di non parlare dello scandalo” Monte Paschi, a margine di una iniziativa elettorale come candidato governatore della Lombardia.
“Non voglio pensare – ha detto il leader della Lega a proposito del Capo dello Stato – che sia intervenuto per censura, però è singolare che il presidente della Repubblica si svegli adesso mentre in passato non ha mai detto una parola sulle violazioni del segreto istruttorio o del segreto delle indagini, cosa che lui richiama adesso”.
Venerdì il Capo dello Stato è intervenuto sulla vicenda, raccogliendo non poche critiche. Napolitano ha chiesto “chiarezza” per “tutelare l’interesse nazionale” e ha sollecitato tutti a “evitare il cortocircuito tra stampa e giustizia”.
Prima di Maroni le critiche sono piovute trasversali: in primis dai due Antonio del fronte giustizialista. Di “censura” ha parlato anche Antonio Di Pietro: “Ci spiace dissentire – ha detto il leader Idv – dal monito del capo dello Stato secondo cui la stampa e l’informazione, con riferimento a quel che è accaduto e sta accadendo intorno alla vicenda del Monte dei Paschi di Siena, non dovrebbero riportare tutto ciò di cui vengono a conoscenza perché siamo a ridosso delle elezioni. Ritengo che tutto ciò si possa tradurre in una censura vera e propria in quanto si lede un diritto costituzionale del cittadino elettore, il quale, prima di andare a votare, ha tutto il diritto di sapere come stanno le cose”.
Per il candidato premier di Rivoluzione Civile Antonio Ingroia, “l’aspetto più grave della vicenda Mps non è il cortocircuito tra informazione e giustizia, ma quello tra politica, banche e finanza, dei soldi che non si sa dove siano finiti, che Monti abbia dato soldi al Mps togliendoli alle tasche degli italiani senza controllare come sarebbero stati spesi e che i partiti sono ancora dentro la gestione delle banche attraverso le fondazioni”.
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