Napoli, statua anti Bassolino. La proposta è di Nonno, quello della rivolta di Pianura

Marco Nonno
Marco Nonno

Nelle strade di Napoli sarà collocata una statua di bronzo che raffigura il Vesuvio pieno di rifiuti. Il monumento vuole prendere in giro Bassolino e la gestione della sua giunta regionale in merito all’emergenza rifiuti. Infatti la statua sarà intitolata «agli eroi napoletani – 1993/2010», ossia ai napoletani che hanno sopportato gli anni del potere bassoliniano, prima al Comune e poi alla Regione.

Il consiglio comunale, su proposta di Marco Nonno (Pdl), ha approvato un ordine del giorno che impegna il sindaco Iervolino ad accettare la donazione e a stabilire la collocazione in città della scultura. Anche il centrosinistra (Pdci escluso) ha votato a favore.

Il promotore dell’iniziativa, Marco Nonno, è stato più volte al centro delle cronache negli ultimi anni: infatti era uno dei politici coinvolti nella “rivolta di Pianura” del 2008 contro la riapertura della discarica “Pisani”. Alcuni filmati trasmessi da Rai e Canale 5 sono stati visionati il 28 aprile durante l’udienza del processo in corso davanti alla IX sezione del Tribunale di Napoli: tra i 20 imputati c’è proprio Nonno, accusato dal pm Antonello Ardituro di essere uno degli organizzatori della rivolta.

Nei filmati del 4 gennaio 2008 compare Nonno con un cappello di lana sulla testa mentre, insieme con altre persone, durante gli scontri, si china come per sollevare qualcosa. Intervistato da un giornalista dopo l’assalto a un bus al quale vennero sgonfiate le ruote, il consigliere comunale dichiarò: «Non so chi sia stato, ma gli autori hanno tutta la mia solidarietà se questo può servire a richiamare l’attenzione».

In un’altra intervista invece disse: «A fronte di una giusta e legittima protesta, è inevitabile che ci sia qualche testa calda». Nonno si è sempre difeso sostenendo di essere vittima di un complotto politico.

Nel corso dell’udienza sono anche stati mostrati filmati in cui alcuni cittadini di Pianura prendevano le distanze dalla protesta, lamentando di essere ostaggi dei teppisti. Sono inoltre state fatte ascoltare diverse intercettazioni telefoniche, tre delle quali riguardano telefonate intercorse tra Nonno e l’ex assessore comunale Giorgio Nugnes (del Pd), morto suicida nel novembre del 2008.

Alcune delle conversazioni ascoltate sono di tifosi ultrà, ai quali, secondo il pm, i politici si erano rivolti per organizzare i disordini. Il loro grido di battaglia era «Agata!»: bastava questa parola detta al telefono perchè i tifosi si ritrovassero insieme a fomentare la rivolta. Gli abitanti di Pianura, emerge dalle registrazioni, li avevano individuati: «Dovete andarvene di qua – dicono alcuni – perchè lo sanno tutti che siete ultrà».

Nella prossima udienza, in programma il 12 maggio, testimonierà il maggiore dei carabinieri Lorenzo D’Aloia, comandante del nucleo investigativo del comando provinciale di Napoli. Per il 19 maggio, invece, è prevista la sentenza di secondo grado per gli imputati che avevano scelto il rito abbreviato, conclusosi un anno fa con nove condanne.

In seguito a questi episodi, Nonno è stato anche alcuni giorni in carcere.

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