RIMINI – “Quasi un milione di posti di lavoro perduti negli ultimi cinque anni”. La “maggior parte nel Mezzogiorno”, un “fenomeno sempre più allarmante” che riguarda “giovani e i cinquantenni espulsi dal mondo del lavoro con il rischio di alimentare gravi fratture sociali”. Così il capo dello Stato, Giorgio Napolitano, esprime le sue preoccupazioni in un messaggio inviato alla segretaria della Cgil, Susanna Camusso, per l’apertura del XVII Congresso nazionale a Rimini,
“La lunga e grave crisi economica e finanziaria di questi anni ha avuto effetti molto pesanti sul tessuto economico e sociale del nostro Paese – scrive il Capo dello Stato- determinando un sensibile indebolimento del sistema produttivo e il vero e proprio impoverimento degli strati più vulnerabili della popolazione”.
Auspico che una componente essenziale del movimento sindacale come la Cgil sappia promuovere iniziative ed elaborare proposte innovative e sostenibili per contribuire al superamento di una così lunga crisi.
“La ringrazio – conclude la nota – per avermi reso partecipe dell’apertura del XVII Congresso della Cgil e per le espressioni di apprezzamento che ha voluto rivolgermi.
Sullo stesso tema Napolitano si era espresso in occasione della Festa dei Lavoratori:
“Se volessimo dare un nome alla celebrazione di questo Primo maggio, dovremmo forse dire “allarme lavoro”.
E rivolgendosi proprio ai sindacati aveva chiesto “innovazione e coraggio” perché
“per raggiungere gli obiettivi europei per il mercato del lavoro bisogna porre in atto, anche in Italia, ripensamenti non da poco nei nostri sistemi di garanzia del benessere della protezione sociale”.
Inviti ripetuti che il Capo dello Stato rivolge in queste settimane a tutte le parti sociali. Al termine dell’incontro con il presidente sloveno Borut Pahor, Napolitano ha aggiunto:
“Opereremo durante il semestre Ue per politiche favorevoli alla crescita e all’occupazione più di quanto lo siano state quelle che finora hanno giustamente puntato al risanamento e al necessario riequilibrio dei conti” e che hanno “provocato fenomeni recessivi”.
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