Napolitano apprezza Monti e striglia l’Ue. Più riformismo

ROMA – Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano condivide gli obiettivi e le priorita' indicate per l'avvio del 2012 dal premier Mario Monti. E difficilmente potrebbe essere altrimenti visto che, sin dalla nascita del governo, il Capo dello Stato segue con cura, pur nel rispetto dei ruoli, l'attivita' dell'esecutivo dei tecnici, incontrando sia il Professore sia i ministri. Una collaborazione che oggi il premier ha voluto ringraziare, riconoscendo la capacita' di ''interpretare eloquentemente e semplicemente il senso di unita' nazionale''.

Dopo la rivista Wired, oggi anche Famiglia Cristiana, voce autorevole del mondo cattolico, ha incoronato Napolitano ''uomo dell'anno''. Ma piu' che ai traguardi raggiunti, il Capo dello Stato guarda ai passaggi, ancora difficili, che attendono l'Italia per uscire dalla crisi economica. In questa chiave il consueto messaggio di fine anno, a reti unificate, del presidente della Repubblica sara' improntato a dare speranza agli italiani, senza pero' minimizzare sulla gravita' della situazione. Uscire dal tunnel, e' l'invito che Napolitano rivolgere al paese come gia' fatto nel discorso alle alte cariche dello Stato, si puo' a condizione di rimboccarsi le maniche e ''con l'arma vincente della coesione sociale e nazionale''.

Ma l'intesa tra Napolitano e Monti non finisce nella fotografia dell'Italia fermatasi ad un passo dal baratro ma in grado di farcela. Anche nella visione dell'Europa e della necessita' di un rilancio della politica comunitaria tra i due c'e' sintonia, come ha ammesso lo stesso premier. E oggi il Capo dello Stato, in un intervento su Repubblica, non e' andato con i guanti di velluto per invitare l'Europa ad avere piu' coraggio.

Nella ''crisi incalzante dell'euro'', scrive il presidente della Repubblica, le leadership europee oggi ''appaiono palesemente inadeguate anche a causa di un generale arretramento culturale e di un impoverimento della vita politica democratica, che hanno congiurato nel provocare fatali ripiegamenti su meschini e anacronistici orizzonti e pregiudizi nazionali''.

Riduzione e selezione della spesa pubblica ''anche in funzione di un processo di sburocratizzazione e risanamento degli apparati istituzionali'' e' la ricetta del presidente della Repubblica per evitare il fallimento dell'euro a dieci anni dalla nascita. Insomma piu' coraggio riformista che vale anche per l'Italia, in particolare, incalza Napolitano, per affrontare ''le degenerazioni parassitarie del 'Welfare all'italiana', rifondando motivazioni e limiti delle politiche sociali''.

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