ROMA – Governo di scopo o governo “per durare”. Governo politico o mezzo politico? Governo Amato o Governo Letta? Giorgio Napolitano scioglierà i dubbi nella mattinata di mercoledì 24 aprile, dopo le consultazioni lampo e una notte di riflessione. E Enrico Letta è in vantaggio su Amato.
Il grande favorito non è più Giuliano Amato. A lui, secondo il Corriere della Sera e non solo, va il gradimento di Napolitano, ma potrebbe non bastare. Il Presidente non si cura della piazza e neppure dell’ostilità di parte del Parlamento (Lega Nord in testa).
L’esperienza, o meglio la mancanza di esperienza, è il motivo per cui Napolitano avrebbe invece scartato Matteo Renzi. Ma a influire sulla decisione anche il no di Silvio Berlusconi a quello che con tutta probabilità sarà il suo sfidante alle prossime politiche e la mancanza di spinta da parte del Pd. Lo stesso Renzi, probabilmente, preferisce attendere. Non avrebbe rifiutato l’incarico ma di certo non ha spinto per averlo.
Tante speranze quindi per Enrico Letta. Se Napolitano scegliesse lui cambierebbe però la natura stessa del governo: sarebbe esecutivo dichiaratamente “di scopo”, ovvero con una durata e degli obiettivi limitati nel tempo. Certo, al momento del voto di fiducia, Letta rischia di dividere il Pd più di Amato. Impossibile, per esempio, dimenticare l’ostilità di Rosy Bindi.
I ministri. Quanto ai ministri l’ipotesi più accreditata è quella di un governo “light”, con appena 12 ministeri. Un governo della “dozzina”. Per l’Economia un nome che circola è quello di Enrico Letta se il governo sarà come probabile affidato ad Amato. Ma avanza anche il nome di Salvatore Rossi, vice direttore di Bankitalia. Fuori dalla corsa, invece, Mario Monti che ogni premier giudicherebbe troppo ingombrante.
Agli Esteri il favorito resta Massimo D’Alema mentre agli interni è probabile la conferma di Anna Maria Cancellieri. In odore di ministeri anche Enrico Giovannini: il presidente dell’Istat, che piace al centrosinistra, potrebbe puntare allo Sviluppo Economico. Poltrona questa, per cui circola il nome di un uomo del Pd, Francesco Boccia.
Tre nomi per la Giustizia: Luciano Violante è il favorito ma sono pesanti anche le candidature del costituzionalista Franco Gallo e del “saggio” Pd Luciano Onida. Quindi l’Istruzione: in calo le chances di Mariastella Gelmini. Salgono invece le quote del professor Mario Mauro, senatore di Scelta Civica.