ROMA – Giorgio Napolitano ha fatto il primo passo verso le sue dimissioni anticipate da Presidente della Repubblica. Oggi l’ultimo saluto alle alte cariche dello Stato, a fine anno l’ultimo saluto agli italiani, il 14-15 gennaio l’addio al Quirinale, che aprirà la partita per la sua successione. Una partita complicata, visto che da quasi 9 anni il presidente è Napolitano e a lui il Parlamento non ha saputo trovare un’alternativa quando si è trattato di votare per un nuovo capo dello Stato ad aprile 2013. Tanto da arrivare ad una clamorosa quanto inedita rielezione.
C’è qualcosa di diverso, quindi, nella consueta cerimonia per lo scambio degli auguri di fine anno con i vertici dello Stato. Un appuntamento tradizionale che quest’anno si è caricato di particolari aspettative proprio perchè sarà con tutta probabilità l’ultima occasione di Giorgio Napolitano per rivolgersi alle istituzioni in modo formale. Poi, a fine anno, ci sarà tempo e modo per parlare al Paese, in modo più diretto. Un’occasione, quella del discorso del 31 dicembre, che probabilmente permetterà al presidente di tracciare un bilancio della sua lunga permanenza al Quirinale pizzicando corde più private, adatte ad un congedo con i cittadini.
E se il 2013 non è stato un anno facile, il 2014, riconosce Napolitano è stato un “anno non di ordinaria amministrazione”. Le prove che il sistema Italia e la democrazia italiana devono sostenere sono ancora pesanti sul fronte dell’andamento dell’economia, del pil e delle oscillazioni della disoccupazione, segni di inversione della tendenza nel 2015-2016 ci potranno essere se non si affievolisce la linea concordata da governo e Parlamento”.
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