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Napolitano legge i conti e stoppa ogni avventura. Al Pd: scordatevi Grillo

di Warsamé Dini Casali |19 Luglio 2013 19:49

Napolitano legge i conti e stoppa ogni avventura. Al Pd: scordatevi Grillo

ROMA – Napolitano legge i conti e stoppa ogni avventura. Al Pd: scordatevi Grillo. Incognite economiche e mancanza di sbocchi politici praticabili: mai così esplicito nei suoi messaggi alle forze politiche, Giorgio Napolitano ha sbarrato la strada a ogni futuribile fuga dalle larghe intese. Fuori del perimetro di questa maggioranza c’è solo il caos interno e l’effetto sui mercati sarebbe devastante con una crisi dagli esiti imprevedibili financo per la stabilità dell’euro. Sul Sole 24 Ore del 19 luglio, mentre il Parlamento è ancora impegnato nell’assurda crisi diplomatica kazaka che ha inguaiato il governo, lo stop del Capo dello Stato a ogni tentazione avventurista è visto come il baluardo necessario alla tenuta di un sistema democratico sul’orlo dell’implosione. Alternative non ce ne sono, a meno che non si vogliano considerare tali le sue dimissioni immediate.

Stefano Folli, il notista politico, descrive la perentorietà del Presidente ad assumere il ruolo di garante massimo del governo e le convulsioni, prontamente rientrate proprio per effetto dell’ultimatum presidenziale, dei Democratici, il “partito della crisi”. Nulla è cambiato nelle sue determinazioni rispetto a quando rifiutò di assecondare il disegno di Bersani volto a recuperare ala causa parte dei 5 Stelle più accomodanti.

Sul piano interno non esiste alcuna garanzia che si possa individuare una maggioranza coerente fra il centrosinistra e una forza anti-sistema che nel suo programma, fra l’altro, elenca l’uscita dall’euro o comunque un indebolimento del legame con l’Unione. Per le stesse ragioni, sul piano internazionale una deriva italiana di questo tipo susciterebbe panico fra i partner. Per l’instabilità che ne discenderebbe, certo. Ma anche perché rafforzerebbe la spinta verso i movimenti populisti un po’ ovunque. Ed è noto che la Germania teme seriamente che dai Cinque Stelle possa nascere un sottoprodotto tedesco. (Stefano Folli, Sole 24 Ore).

Il ragionamento politico si tiene con la necessità di salvaguardare il Paese alla luce dei dati per nulla incoraggianti (a parte il deficit) sullo stato dell’economia. Dino Pesole spiega come il Capo dello Stato abbia letto attentamente i dati che il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco gli ha illustrato presentandogli l’ultimo Bollettino economico. Il governo deve procedere in fretta nella definizione di un piano per la crescita, unica variabile che può liberare nuova occupazione, vera emergenza nazionale.

Con la legge di stabilità e la definizione della nuova spending review andrà altresì affrontato il capitolo degli sgravi fiscali sul lavoro, a partire dal cuneo fiscale. E poi, dal 2014 si potrà far conto sui nuovi margini di flessibilità offerti da Bruxelles sul fronte degli investimenti pubblici produttivi in cofinanziamento di progetti europei: operazione che può valere anche 7-8 miliardi, a patto che il deficit resti stabilmente al di sotto del 3% e che la sostenibilità dei conti pubblici sia garantita da avanzi primari dell’ordine del 4-5% del Pil.

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