Napolitano: ora Monti, poi governo Pd, Pdl. Con Presidente nuovo. Lui?

giorgio napolitano
Napolitano, le due commissioni e il futuro governo Pd, Pdl

La scelta di Giorgio Napolitano di mettere assieme dieci «personalità tra loro diverse per collocazione e per competenze»

“pescate non dalla mitica società civile, ma dai partiti che vuole mettere nella maggioranza di governo: Pd, Pdl e montiani”

rappresenta, secondo Fausto Caroti su Libero, una “brutale” sconfessione della linea seguita da Pierluigi Bersani sulla formazione del Governo.

Dalla decisione di Napoltano

“derivano conseguenze importanti per tutti gli attori della scena politica [compreso] Silvio Berlusconi, chiamato a reprimere la voglia di elezioni che cova da quando ha visto che ormai tutti i sondaggi dicono che la coalizione di centrodestra è pronta a fare bottino pieno alla Camera”.

C’è poi il capitolo di Mario Monti:

“Napolitano, nelle conversazioni private, non fa mistero di essere più che deluso dall’esecutivo dei Professori”

ma è bastata una frase di Napolitano in diretta tv per resuscitarlo:

«Un elemento di concreta certezza nell’attuale situazione del nostro Paese è rappresentato dalla operatività del governo tuttora in carica,benché dimissionario e peraltro non sfiduciato dal Parlamento».

“Incredulo, Monti ha reagito annunciando al volo il varo di un pacchetto di provvedimenti economici che aveva già rinchiuso nel faldone da trasmettere al suo successore: è un governo-zombie, però cammina. Una scelta di assoluto ripiego per Napolitano, che l’ha adottata solo perché convinto che lasciare Monti in sella rappresenti il male minore. Di sicuro meglio che consentire a Bersani di presentare alle Camere il proprio governicchio di minoranza”.

Per una serie di ragioni, Caroti è convinto che

“se si tornerà a votare nel 2013, avverrà dopo l’estate. Questo spiega sia le malcelate perplessità di alcuni berlusconiani dinanzi all’annuncio di ieri, sia il sollievo con cui hanno reagito invece i vertici della Lega, riluttanti a tornare al voto in tempi brevi. Molto probabile che a questo punto il futuro presidente del Consiglio sia scelto non dall’attuale, ma dal prossimo presidente della Repubblica”.

E qui parte un ragionamento che porta ad un Napolitano bis:

“Con la nomina dei due «gruppi ristretti», uno per le riforme istituzionali e l’altro per le riforme economiche, Napolitano ieri ha avviato un percorso destinato a concludersi in tempi non brevissimi [mentre] è difficile pensare che intenda sfilare la scelta del nome a chi verrà dopo di lui. Nel frattempo si potrà andare avanti col governo Monti, non a caso «confermato» nel modo che si è visto. La decisione di ieri ipoteca anche – e non poco – le caratteristiche e il programma dell’esecutivo che verrà. Napolitano ha scelto i componenti dei due gruppi pescando in particolare tra parlamentari e tecnici legati a Pd, Pdl e lista Monti. Ai quali, ormai è chiarissimo, chiede di formare il prossimo governo.Che si troverà un programma già scritto dai saggi di Napolitano, difficile da ignorare. Agli stessi partiti pensa quando invoca «un’ampia intesa tra le forze politiche» per l’elezione del futuro Capo dello Stato. A questo proposito, il fine di Napolitano sarà stato sicuramente un altro, ma è indubbio che dopo avere disegnato i prossimi sviluppi del Paese e indicato chi dovrà farsene carico, Napolitano sia il candidato numero uno a succedere a se stesso”.

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