Napolitano: "Per restare in Europa dobbiamo cambiare"

PALERMO, 08 SET – Dagli anni settanta ad oggi ''il mondo e' cambiato radicalmente''. Percio' noi italiani, anche individualmente, dobbiamo cambiare comportamenti per avere un futuro e restare in Europa.

L'integrazione europea ''e' la strada obbligata'', lo dice anche la crisi dell'Eurozona. Chi remava contro ci ha ripensato, ma rimangono ''resistenze'' che rendono ''il futuro incerto''. Purtroppo in Italia non c'e' consapevolezza e ''c'e' molta approssimazione: ogni giorno si propone di cambiare un articolo della Costituzione'', senza neppure ricordare cosa, quali valori rappresenta e come e' nata.

Il nuovo monito di Giorgio Napolitano giunge nel corso di un dibattito pubblico a tutto campo all'Universita' di Palermo. A stimolarlo, con domande di carattere generale, il politologo Gianfranco Pasquino, che a un certo punto e' andato a fondo e gli ha chiesto: ''Ma il Parlamento sta lavorando bene?''. Napolitano e' quasi saltato sulla sedia: ''Questa e' una domanda-trappola. Eravamo d'accordo che non avrei toccato temi di attualita''', ha replicato con ironia.

Pasquino ha abbozzato e il capo dello Stato ha aggiunto: ''Ho passato 43 anni in Parlamento e posso dire che il Parlamento e' un'istituzione fondamentale, insostituibile, irrinunciabile''.

Qualche battuta di attualita' comunque e' scappata in un'ora di confronto. Ad esempio quando Napolitano ha condannato l'uso diffuso dell'espressione ''casta politica'' che, a suo avviso generalizza troppo, disegna ''una notte in cui tutto appare nero o grigio'', che non e' la realta'.

Sulla legge elettorale, il presidente non ha scelto fra proporzionale e maggioritario. L'importante, ha detto, e' un sistema che consenta la democrazia dell'alternanza: questa fu la vera istanza del movimento referendario degli anni novanta.

Anche sul bipolarismo ha chiesto di riflettere perche', ha fatto osservare, il sistema basato su due partiti alternativi e' ormai in crisi anche nei paesi anglosassoni, perfino nell'Inghilterra del governo di coalizione Camerun-Clegg, che ha sorpreso perfino la regina Elisabetta.

''L'ultima volta che l'ho vista, era sorpresa e divertita e mi ha detto: 'Vede cosa sta accadendo da noi?'''. A far saltare il bipolarismo, ha detto Napolitano, e' quasi sempre la nascita di partiti populisti.

Per se' Napolitano ha ritagliato un ruolo non solo di garante della Costituzione, ma di ''predicatore che cerca di trasmettere i valori vivi e di dare impulsi positivi''.

Il suo richiamo piu' forte e' comunque rivolto agli italiani per far loro capire che i tempi sono cambiati per tutti: soggetti politici, sociali, culturali e singoli cittadini. ''Per restare in Europa – ha detto – e' necessario un esame di coscienza collettivo. Deve riguardare i comportamenti individuali di molti italiani di ogni parte politica e sociale. Molti devono ancora comprendere che non siamo più negli anni ottanta e tanto meno negli anni settanta. Il mondo è radicalmente cambiato. Anche noi dobbiamo cambiare i nostri comportamenti e le nostre aspettative in senso europeo per mantenere una nostra prospettiva in Europa''.

Fino a poco tempo fa, ha detto, l'euroscetticismo si spargeva a piene mani, molti Stati si opponevano a una maggiore integrazione europea. E' una via obbligata per tutti, e l'ha dimostrato anche la crisi dell'Eurozona. Adesso tutti, anche quelli che erano contrari, sostengono ''la necessita' della solidarietà europea per la difesa degli Stati che hanno un debito sovrano molto pesante e, quale accompagnamento di questa solidarieta', chiedono comportamenti da rendere obbligati stringendo le viti del processo di integrazione. Le cose spingono in questa direzione ma il futuro rimane incerto perche' ci sono ancora riluttanze, resistenze e contraddizioni''.

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