Alessandro Meluzzi Alessandro Meluzzi

Nasce il Partito Anti Islamizzazione (PAI) con 9 punti da realizzare

Alessandro Meluzzi
Alessandro Meluzzi

MILANO – E’ nato oggi a Milano il Pai, ovvero il Partito Anti Islamizzazione, che conta fra i suoi primi iscritti lo psichiatra Alessandro Meluzzi.

Si tratta, spiegano i fondatori, di un partito di scopo che intende realizzare nove punti: il primo è “contrastare ogni forma di radicalizzazione dell’Islam” e “ogni tentativo di sottomettere la libertà sociale e culturale dell’Occidente”. Ma fra gli altri si contano test antidroga nelle scuole ai ragazzi e un regime giudiziario speciale per i politici, con tempi dei processi più rapidi (sei mesi per arrivare a sentenza dall’ avviso di garanzia) ma pene più severe “perché se guadagni 15 mila euro al mese e rubi – ha spiegato il segretario Stefano Cassinelli – devi essere punito”. Su altre questioni, come lo ius soli, invece, pensano si debba decidere con un referendum. Una questione che Cassinelli ha vissuto direttamente, dato che ha adottato un ragazzo del Ghana che ora è nella nazionale paralimpica di canoa. La vita del partito sembra aver incontrato difficoltà dalla sua nascita. All’ultimo momento lo spazio Cobianchi che doveva ospitare la conferenza stampa di presentazione ha negato la sala. Motivo, ha spiegato Cassinelli, l’invito alla conferenza che aveva il logo del partito. “Ma credo che il tam tam mediatico di questi giorni – ha aggiunto – li abbia intimoriti”.

“Conosco molto bene l’Islam – spiega Meluzzi al Tempo, – lo rispetto ma lo temo alle nostre latitudini perché l’Islam è una cultura forte, mentre la nostra è caotica e dissolta”. C’è poi la questione demografica, ben espressa da un pensiero di Hasan al Turabi, capo dei Fratelli Musulmani: “Preventivava che gli uteri delle loro donne avrebbero colonizzato un Occidente ormai infecondo. Ogni musulmano ha più o meno quattro mogli, ognuna delle quali concepisce tre, quattro figli, e dunque i calcoli sono presto fatti”.

Terzo fattore, e forse il più importante oggi, l’immigrazione, “e senz’altro non possiamo assistere al fenomeno con l’inebetimento del buonismo e del politicamente corretto. Ho visitato molti Paesi islamici, dalla Turchia all’Iraq, dove sono stato durante la prima guerra del Golfo, e temo chela nostra civiltà sia completamente disarmata. Non ci sto al pericolo che i nostri valori possano imboccare la via dell’estinzione”.

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