TRAPANI – Per 24 ore Matteo Salvini ha tenuto in ostaggio la nave Diciotti della Guardia Costiera, con a bordo i 67 migranti soccorsi 4 giorni fa dal cargo Vos Thalassa. Per un giorno intero ha negato ai migranti lo sbarco, dopo aver ceduto sull’approdo della nave a Trapani. E per tutto il tempo ha messo sotto pressione la Procura, per vedere in manette i presunti dirottatori. Alla fine si scopre che Salvini abbaia ma non morde: la Diciotti attracca, i profughi scendono a terra e nessuno viene arrestato. [App di Blitzquotidiano, gratis, clicca qui,- Ladyblitz clicca qui –Cronaca Oggi, App on Google Play]
Ad annunciare l’imminente sbarco è stato il premier Giuseppe Conte. “Sta per iniziare lo sbarco – ha fatto sapere – Sono state completate le procedure di identificazione delle persone che erano a bordo, con particolare riguardo a quelle a cui risulterebbero imputabili le condotte che configurano ipotesi di reato”. Decisivo è stato l’intervento del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che dopo una giornata di caos ha sentito l’esigenza di “attenzionare” la questione. Così ha alzato il telefono e chiamato Conte.
Dal Quirinale non trapela nulla di più. Ma nei contatti che il Capo dello Stato ha avuto con il presidente del Consiglio, emerge tutta la delicatezza di un “caso” che non sembra avere precedenti. Perché quando, dopo tre giorni di navigazione e con oltre sessanta persone a bordo, Matteo Salvini si rifiuta di “autorizzare” equipaggio e migranti soccorsi a scendere dall’imbarcazione, la tensione si alza a livelli di guardia. E in serata è lo stesso Conte, dopo la telefonata con Mattarella, a rassicurare: lo sbarco si fa.
Conte prova anche a salvare la faccia a Salvini: “Nei prossimi giorni proseguiranno gli accertamenti – precisa – a cura della Polizia di Stato, con assunzione delle informazioni testimoniali di tutte le persone che sono state trasportate”. Al Viminale si risentono: c’è “stupore”, riferiscono fonti del ministero di Salvini, per gli interventi del Quirinale e “rammarico” per la scelta della procura sulla vicenda della Diciotti.
Cosa era accaduto nei giorni scorsi? La nave Vos Thalassa ha consegnato i migranti alla Guardia Costiera italiana denunciando di aver subito aggressioni e minacce da alcuni di loro mentre faceva rotta per riportarli in Libia. La Procura ha quindi aperto un fascicolo nei confronti di due migranti, un ghanese e un sudanese, che sono a bordo della nave Diciotti con le ipotesi di reato di impossessamento di nave, minacce e violenza.
La vicenda non solo ha portato nei giorni scorsi ad una accesa dialettica tra Salvini e il ministro responsabile dei porti Danilo Toninelli, ma è stata additata dall’opposizione come un’ingerenza del titolare del Viminale in prerogative che sono proprie della magistratura, chiamata a verificare se ci sia stata o meno un’aggressione di alcuni migranti ai danni dei marinai che li avevano salvati.
“Se qualcuno autorizza lo sbarco al mio posto se ne assumerà la responsabilità”, aveva tuonato Salvini chiedendo ai magistrati chiarezza sui fatti avvenuti sulla Vos Thalassa. “O hanno mentito gli armatori denunciando aggressioni che non ci sono state e allora devono pagare, o l’aggressione c’è stata e allora i responsabili devono andare in galera”.
Due potenziali colpevoli su quanto accaduto sul rimorchiatore Vos Thalassa, la Procura di Trapani li ha individuati: sono dei profughi, Ibrahim Bushara, sudanese, e Hamid Ibrahim, ganese, che, su indagini dello Sco, della squadra mobile e del Nucleo speciale intervento del Comando generale della Guardia Costiera, sono stati indagati in stato di libertà per concorso in violenza privata continuata ed aggravata in danno del comandante e dell’equipaggio del rimorchiatore. Reato che non prevede l’arresto.
Tant’è che la stessa Procura di Trapani ha fatto sapere che al momento non starebbe valutando la possibilità di disporre provvedimenti cautelari nei confronti dei due migranti. Le accuse di impossessamento di nave e minacce ipotizzate dalla polizia non sono state ritenute contestabili dai pm.
Ora, per completare le indagini è previsto che vengano sentiti tutti i 67 migranti su nave Diciotti, due in qualità di indagati e gli altri come testimoni. Serviranno a capire cosa è accaduto veramente sul rimorchiatore Vos Tahalassa la sera del 9 luglio. L’equipaggio sarebbe stato minacciato e circondato dai profughi per evitare che li riportassero in Libia, invece di fare rotta per il nord del Mediterraneo. Ma per la Procura di Trapani non c’è stata alcuna aggressione né impossessamento della nave, come era stato ipotizzato in un primo momento. C’è forse stata una sopravvalutazione del pericolo reale?