ROMA – La disfida Salvini-Di Maio sulla Tav si gioca oggi nel suo teatro naturale, a Chiomonte, in Val Susa, dove la visita del ministro dell’Interno è stata preceduta da qualche tensione, con gli agenti che hanno distribuito qualche manganellata per isolare la trentina di contestatori del presidio No Tav e tenerli a distanza dalle recinzioni del cantiere della Torino-Lione. Il ministro leghista è giunto sul posto per ribadire che l’opera si deve fare, quello grillino ha voluto sottolineare la sua assenza perché, dice, quel cantiere semplicemente non esiste, non essendo stato scavato un centimetro di roccia.
Salvini si è recato sul posto di persona per esprimere solidarietà alle forze dell’ordine come annunciato giorni fa, ma soprattutto per marcare la differenza con l’alleato/rivale: “Se tornare indietro costa come andare avanti, io sono per andare avanti. E’ un governo che tiene all’ambiente, che vuole ripulire l’aria e togliere i tir dalle autostrade? Bene, quest’opera lo fa ed io penso sia meglio avere meno inquinamento, meno auto in giro e più treni. Si stanno facendo tanti tunnel nelle Alpi. Tutti stanno andando avanti, noi saremmo gli unici che si fermano”.
Altra bordata, sia pur in amicizia, dopo le scaramucce sul controdossier della Lega che smentisce l’analisi costi-benefici negativa sulla Tav chiusa nel cassetto dell’ufficio del ministro Toninelli.
Di Maio ha più di un problema a far digerire ai suoi un arretramento sulla linea intransigente contro l’opera, sulla quale M5S si era impegnato in campagna elettorale: “Non vado a Chiomonte visto che lì non è stato scavato ancora un solo centimetro: c’è solo un tunnel geognostico. Per me il cantiere di Chiomonte non è un’incompiuta ma una mai iniziata. La spesa del Tav può essere benissimo dirottata sulla metropolitana di Torino o sull’autostrada Asti-Cuneo. Lasciamo i soldi a quel territorio ma investiamoli per cose prioritarie”.
A dar manforte a Di Maio, il sottosegretario M5S agli Affari Esteri, Manlio Di Stefano, che accusa esplicitamente il suo collega ministro dell’Interno di mentire: “Salvini non è andato a vedere il cantiere del Tav ma un buco di 5 metri. Di quale opera parla? Non esiste nessuna opera in corso. Su questo tema non bisogna fare propaganda elettorale, bisogna dire solamente la verità agli italiani. Noi vogliamo investire i soldi dei cittadini italiani per realizzare opere utili a tutti, opere che servono ai cittadini ogni giorno”. La margherita Tav ha ancora parecchi petali da sfogliare prima delle europee di maggio…