Niccolò Fraschini, consigliere di Pavia non andrà a processo per post contro napoletani, francesi e romeni Niccolò Fraschini, consigliere di Pavia non andrà a processo per post contro napoletani, francesi e romeni

Niccolò Fraschini, consigliere di Pavia non andrà a processo per post contro napoletani, francesi e romeni

Niccolò Fraschini non andrà a processo per il post contro napoletani, francesi e romeni. Fraschini, consigliere comunale di Pavia, nel febbraio 2020 aveva pubblicato su Facebook un messaggio contro chi adottava misure “discriminatorie” nei confronti dei lombardi. Lombardi che in quel periodo già convivevano col Covid

Fraschini era stato denunciato dal Consiglio regionale della Lombardia. Ma adesso il giudice per le indagini preliminari di Pavia ha archiviato le accuse. Nel mese di ottobre la Procura di Pavia aveva richiesto l’archiviazione di tutte le accuse. E ora il Gip ha accolto tale richiesta.

Niccolò Fraschini e il post contro napoletani, francesi e romeni

Ecco una parte di un messaggio di Fraschini su Facebook: “Noi lombardi veniamo schifati da gente che periodicamente vive in mezzo all’immondizia (napoletani et similia), da gente che non ha il bidet (francesi) e da gente la cui capitale (Bucarest) ha le fogne popolate da bambini abbandonati. Da queste persone non accettiamo lezione di igiene: tranquilli, alla fine di tutto questo, i ruoli torneranno a invertirsi”.

Erano i giorni in cui stava diffondendosi la pandemia di Covid-19. Con la massima diffusione del virus proprio in Lombardia. Con un esposto in Procura, Fraschini era stato denunciato dal Consiglio regionale della Lombardia, del quale all’epoca dei fatti lo stesso consigliere comunale pavese era un dipendente.

Niccolò Fraschini consegna il decreto di archiviazione al Consiglio regionale

Fraschini si è recato in Consiglio regionale per consegnare personalmente il decreto di archiviazione al presidente Alessandro Fermi. Cioè colui che aveva firmato la denuncia. Un atto simbolico, che il consigliere comunale di Pavia ha così commentato: “Giustizia è fatta. Dopo quasi un anno, le accuse mosse nei miei confronti dal Consiglio regionale, già manifestamente infondate fin dall’inizio, sono state smontate dalla magistratura, che ha riconosciuto che nelle mie parole non vi fosse nulla che potesse costituire un reato.

Inoltre, è surreale che, nel pieno di una pandemia, il presidente del Consiglio regionale della regione più colpita d’Europa avesse ritenuto prioritario dedicare tempo ed energie ad un post su Facebook di uno sconosciuto dipendente dell’ente”.

Gestione cookie