BARI – Nichi Vendola va in pensione. Dal 1 settembre l’ex presidente della Regione Puglia riceverà un vitalizio mensile da 5618 euro lordi per gli anni passati da consigliere e presidente tra il maggio 2005 e il luglio 2015.
Francesco Strippoli sul Corriere della Sera scrive che la legge pugliese ha abolito il vitalizio a partire da gennaio 2013, ma a Vendola spettano comunque i 7 anni e mezzo di contributi versati fino al 31 dicembre 2012:
“Ha poi aggiunto volontariamente – le norme lo consentono – la contribuzione necessaria a completare 8 anni. Ed è questo il periodo preso in considerazione per commisurare l’entità del vitalizio. Le norme consentono di percepire il vitalizio a 60 anni, ma concedono un anno di anticipo per ogni anno che superi il quinquennio minimo di contribuzione: gli otto anni di contributi, permettono dunque un anticipo di tre anni sulla data ordinaria. Compiuti 57 anni a fine agosto, dal primo settembre, l’ex governatore può legittimamente incassare l’assegno. A questo dovrà aggiungersi quello di ex deputato, sempre che Vendola non venga rieletto. In quel caso, gli assegni sarebbero interrotti.
Dal Consiglio regionale, intanto, arrivano le critiche dei 5 Stelle per la nomina a segretario di direzione, negli uffici della Biblioteca regionale, di un dipendente condannato in primo grado a sei anni di reclusione per il reato di concussione. Il funzionario è stato condannato per fatti che sarebbero avvenuti quando era in servizio all’assessorato all’Industria”.