Nuova indagine per Vendola, l’accusa: “Favorì clinica ecclesiastica”

BARI – Nuova tegola giudiziaria per Nichi Vendola, a distanza di 24 ore. Al governatore della Puglia e leader di Sel è stata notificata giovedì 13 aprile dal gip di Bari la proroga delle indagini preliminari su una transazione da 45 milioni non conclusa tra Regione Puglia e l’ospedale ecclesiastico Miulli di Acquaviva delle Fonti (Bari).

Oltre a Vendola – che ha annunciato di essere indagato con l’accusa di aver raccomandato l’assunzione di un primario – in quest’inchiesta sono coinvolte altre sei persone tra le quali gli ex assessori regionali alla Sanita’ Alberto Tedesco (ora senatore) e Tommaso Fiore, il vescovo della diocesi di Altamura-Gravina-Acquaviva delle Fonti, mons.Mario Paciello (in qualita’ di governatore dell’ente ecclesiastico) e il direttore dell’ospedale, don Mimmo Laddaga. I reati ipotizzati, a vario titolo sono abuso d’ufficio, falso e peculato. Vendola risponde di tutti e tre.

L’inchiesta riguarda il dietrofront della Regione dopo l’approvazione di una delibera di giunta che accettava di liquidare al Miulli 45 milioni di euro. La vertenza e’ relativa al periodo 2002-2009 per il quale l’ospedale avrebbe sostenuto costi non rimborsati dalla Regione, ben 76 milioni di euro per costruire la nuova sede.

La vicenda giudiziaria ruota proprio attorno alla delibera di giunta con la quale nel marzo 2009 la Regione accetto’ di liquidare i 45 mln, quasi tre in piu’ rispetto a quelli richiesti dall’ente ecclesiastico per crediti vantati dal 2002 al 2007. La trattativa era stata avviata da Tedesco. Dopo le sue dimissioni, in seguito al sorgere degli scandali sulla malasanita’, a portarla in giunta per l’approvazione fu il suo successore, Fiore, lo stesso che poi ne ha deciso l’annullamento in autotutela.

Nel maggio 2010, infatti, Fiore – e’ detto nella delibera di annullamento della transazione datata 5 luglio 2010 – “ha ritenuto utile esplorare la possibilita’ di sostanziare un accordo di programma ‘stralcio’ finalizzato al finanziamento delle opere relative al plesso ospedaliero dell’ente ecclesiastico, previa sottoscrizione di un protocollo di intesa tra i ministeri competenti e lo stesso Miulli”.

Gli accertamenti della magistratura barese riguardano la delibera annullata e il contenzioso con l’ospedale finito davanti al Consiglio di Stato che sta costringendo la Regione a restituire all’ente ecclesiastico decine di milioni di euro. Dopo il dietrofront della Regione sulla transazione, infatti, la richiesta lievito’ fino a 175 milioni piu’ 17 di danni. Nel procedimento amministrativo sinora al Miulli sono stati concessi 45 milioni, pari all’importo della transazione annullata.

”Dal tenore dell’atto – ha commentato in serata Vendola – non sono in grado di capire ciò che mi sarebbe addebitato”, sottolineando che si ”tratta di un procedimento penale del quale non avevo mai avuto alcuna notizia”. ”Sono rammaricato – ha aggiunto – di aver ricevuto solo oggi questa notizia, perche’ se la stessa mi fosse stata comunicata appena ventiquattrore prima, come e’ nel mio costume, avrei potuto informare la stampa e l’opinione pubblica in una unica soluzione”.

Gestione cookie