Nicola Cosentino ritira le dimissioni: “Mi ha fatto cambiare idea Berlusconi”

Pubblicato il 19 Febbraio 2010 - 18:40 OLTRE 6 MESI FA

Nicola Cosentino

Le dimissioni di Nicola Cosentino da sottosegretario all’Economia e da coordinatore regionale del Pdl in Campania non sono durate nemmeno 24 ore. Ieri il presidente del Consiglio già le aveva respinte e oggi, dopo un colloquio con lo stesso premier, Cosentino ha deciso di ritirarle definitivamente.

Nicola Cosentino aveva rassegnato le dimissioni da sottosegretario all’Economia e da coordinatore regionale del Pdl in Campania nel pomeriggio di giovedì, dopo che nell’incontro a pranzo tra i cofondatori del Pdl, Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini, era stato deciso di appoggiare il candidato dell’Udc alla presidenza della Provincia di Caserta Domenico Zinzi.

Su questa scelta si era arenata l’ipotesi di alleanza tra Pdl e Udc in Campania a sostegno del candidato governatore del Pdl Stefano Caldoro. Nell’incontro di oggi con il premier, che già ieri aveva respinto le dimissioni dell’esponente casertano, a Cosentino sarebbe stata rinnovata la fiducia e sarebbe stata garantita ampia autonomia nella gestione del partito prima e dopo le prossime elezioni, a cominciare già dalla compilazione delle liste per le quali Berlusconi ha ribadito la richiesta che rispondano a criteri di moralità e trasparenza.

Cosentino. «Resto in sella, al mio posto, sono coordinatore della Campania e faccio il sottosegretario all’Economia – ha detto il sottosegretario annunciando il ritiro delle dimissioni -Ho già stretto la mano al centrista Domenico Zinzi candidato Udc alla Provincia di Caserta con il sostegno del Pdl».

«Mi ha fatto cambiare idea – ha aggiunto Cosentino – la voglia del presidente Berlusconi di cambiare volto a Napoli e alla Campania e anche le giuste convinzioni e progetti politici devono fare un passo indietro di fronte ad un interesse principale. La necessità di voltare pagina e battere il centrosinistra non potevano essere messe in discussione per opinioni diverse che possono esserci comunque all’interno di un grande partito come il Pdl».

«Per questa ragione – ha concluso – ho messo da parte le mie idee perché la priorità è mettere in sintonia il livello regionale di governo con quello nazionale. I cittadini campani ci hanno già indicato la strada da seguire con la vittoria alle Provinciali. Non c’é alcuna possibilità per il centrosinistra che si presenta sempre con le stesse coalizioni cambiando solo l’uomo al comando».

Berlusconi. Il premier si è detto felice del gesto. «Apprezzo molto che Nicola Cosentino abbia accolto il mio invito a ritirare le dimissioni da membro del governo e da coordinatore regionale – ha detto Berlusconi – dimostrando così quanto gli stia a cuore il futuro della Campania».

«Durante il nostro incontro – ha aggiunto il premier – abbiamo stabilito che le liste regionali, con le quali ci presenteremo agli elettori, saranno caratterizzate da una forte presenza di giovani e di donne capaci di dare un nuovo e decisivo contributo al rilancio di una regione fortemente penalizzata da quindici anni di malgoverno della sinistra. A lui dunque va il mio augurio di buon lavoro in questo clima di rinnovato entusiasmo».

La storia politico-giudiziaria di Cosentino. Le traversìe politico-giudiziarie dell’ex coordinatore del Pdl in Campania Nicola Cosentino sono cominciate il 9 novembre 2009: il sottosegretario all’Economia riceve una misura cautelare per concorso esterno in associazione camorristica. Molti “pentiti” di camorra avevano infatti indicato l’esponente del Pdl, nativo di Casal Di Principe (Caserta), come uno dei punti di riferimento del clan dei Casalesi nel mondo politico. In quei giorni i giornali indicavano Cosentino come candidato del centrodestra per la presidenza della Regione Campania.

Alcuni politici del Pdl cominciano a prendere le distanze da Cosentino: per primo è Italo Bocchino a dirsi «perplesso» sulla sua candidatura. Poi anche Gianfranco Fini ritiene «inopportuno presentarlo» nella corsa alla poltrona di governatore. Fini non solo esprime il proprio parere, ma dice che è d’accordo con lui anche il premier Silvio Berlusconi.

Dopo pochi giorni (è il 12 novembre) Cosentino rivela che il presidente del Consiglio non la pensa proprio così: «Non mi dimetto dalle mie cariche e non rinuncio alla candidatura – dice Cosentino – Me lo ha chiesto lo stesso Berlusconi». Cosentino dichiara anche che potrebbe decidere di rinunciare alle sue cariche solo nel caso in cui Berlusconi glielo richieda esplicitamente.

Sono i “colleghi” deputati a salvare Cosentino dal carcere: il 25 novembre la Giunta della Camera dice “no” alla richiesta di arresto da parte della Procura di Napoli. Il 10 dicembre la Camera al completo ribadisce la propria contrarietà all’arresto: i voti a favore del diniego all’arresto sono 360, quelli contrari 226.

La maggioranza fa quadrato attorno a Cosentino, mentre Casini, che aveva già invocato le dimissioni «per dignità» dalla carica di sottosegretario (28 novembre), torna alla carica: durante la discussione in Aula del 10 dicembre il leader dell’Udc dice che «non si può difendere l’indifendibile». L’intervento di Casini piace così tanto a Gianfranco Fini, che il presidente della Camera invia un biglietto di congratulazioni al leader centrista. Le immagini del biglietto fanno immediatamente il giro del web e creano un “caso” all’interno della maggioranza.

L’11 dicembre anche Berlusconi decide di non andare avanti con la candidatura di Cosentino in Campania: la rinuncia a Cosentino viene confidata dal premier durante un incontro con i giovani del Partito popolare europeo in un albergo di Bruxelles. Dopo alcuni giorni il centrodestra campano ufficializzerà il nome di Stefano Caldoro.

Intanto le vicende giudiziarie vanno avanti e il 29 gennaio la Corte di Cassazione respinge il ricorso, avanzato dai legali di Cosentino, contro l’ordinanza di arresto. Secondo il sostituto Procuratore Generale Vito Monetti, Cosentino si può arrestare. Nonostante la sentenza, il governo confida la propria fiducia a Cosentino: il 29 gennaio il ministro per l’Attuazione del Programma Gianfranco Rotondi afferma che rimarrà sottosegretario perché gode della stima dell’esecutivo.