MILANO – Se si dimette, Nicole Minetti lo farà da sola. E lo farà, giura lei, prima di maturare il vitalizio. Il consigliere regionale lombardi del Pdl (coinvolto nello scandalo Ruby) parla a Vanity Fair e spiega come intende comportarsi nell’immediato.
Ecco cosa dice la Minetti: ”Piuttosto che prendere un vitalizio dalla Regione Lombardia mi dimetto il giorno prima che scatti il diritto, il prossimo ottobre. Giuro”. E il diritto al vitalizio per i consiglieri regionali scatta 2 anni e 6 mesi dopo l’elezione.
Erano stati in molti a ipotizzare, malignamente, che la Minetti si sarebbe sì dimessa (come molti nel Pdl stesso auspicavano), ma dopo la data del conseguimento del vitalizio.
Poi parlando delle dimissioni, la Minetti ha detto: ”Decido da sola quando dare le dimissioni, non ho bisogno di ordini o pressioni. E non voglio dare a nessuno la soddisfazione di potermi rinfacciare in eterno il privilegio”.
Infine, la Minetti ha voluto rispondere anche a Daniela Santanchè che l’aveva definita inadatta alla politica: ”Mi domando se è la stessa Santanchè che una volta mi paragonò a Nilde Iotti. Per carità, cambiare opinione pè legittimo. Io comunque non mi sento finita”.
Nicole Minetti ha poi smentito di aver rilasciato alcuna intervista a Vanity Fair: ”Ho concesso un’unica intervista in esclusiva alla rivista ‘Chi’, l’unica quindi che riporta fedelmente il mio pensiero e le mie intenzioni in merito alla vicenda trattata”.
Vanity Fair ha replicato, spiegando in una nota che ”come l’articolo spiega esplicitamente, i nostri virgolettati sono il frutto di una chiacchierata informale in preparazione di una esclusiva che poi non è andata in porto. Chiacchierata che si è svolta in due riprese, in luoghi pubblici, in date e orari documentati dall’articolo, e dei cui contenuti ribadiamo l’assoluta veridicità”.
”Con il nostro giornalista – prosegue la nota del settimanale – il consigliere Minetti è stata chiarissima sull’intenzione di lasciare prossimamente il suo incarico. Anche perché, spiega, ‘le donne non mi perdonano questo posto in Regione. Sono diventata il simbolo di quelle che hanno fatto carriera politica senza meritarlo. Ce ne sono tante come me, ma l’unica a portare la lettera scarlatta sono io”’.