Governo Draghi, toto ministri: Cartabia, Capua, Crisanti, Cottarelli. Tutti i nomi che circolano Governo Draghi, toto ministri: Cartabia, Capua, Crisanti, Cottarelli. Tutti i nomi che circolano

No a Governo Draghi? Praticamente Italexit. Di sicuro solo da Meloni, Di Battista e…Travaglio

No a Governo Draghi? Draghi, chi lo vota il suo governo? Mattarella ha offerto ai partiti un governo non dei partiti. Possono dire di no. Ma cosa sarebbe un no a Draghi? Di fatto un messaggio, un preannuncio, un programma di Italexit.

Governo Draghi: la Ue e l’Italia

Un passo indietro, primavera-estate 2020. L’Unione Europea fa una scelta radicale, cambia rotta. Sotto tempesta pandemia, getta a mare come insostenibile zavorra la cosiddetta austerità, insomma i vincoli e i limiti al debito e spesa pubblica. In sintonia Bce compra in quantità quasi inesauribile i titoli di Stato dei paesi dell’Unione, insomma il loro debito. Bce compra e inonda di liquidità le economie europee in pesante sofferenza.

Sotto tempesta pandemia, la Ue vira anche e soprattutto nei confronti dell’Italia. Non a caso l’Italia diventa il paese che avrà più miliardi europei di ogni altro. Non per elemosina o generosità, per calcolo di sopravvivenza e auto tutela. La Ue sceglie, decide e valuta che tirar fuori l’Italia dai guai socio economici è condizione senza la quale le economie dei paesi europei tutti non ce la faranno. La Ue dunque scommette, anzi investe sull’Italia.

E’ una scelta politica della Ue del tutto nuova verso l’Italia, è la Ue che l’Italia ha sempre, a parole, invocato. Ma la gran parte d’Italia, al governo come all’opposizione, in Parlamento come nella pubblica opinione, nei sindacati, nelle associazioni di categorie, tra la gente si capisce quel che si vuol capire e cioè solo che arrivano i soldi. E quindi ci si predispone a prenderli. Prenderli per spartirli.

Governo Conte: la vera crisi va in scena agli Stati Generali

E’ ancora estate 2020 quando Conte organizza gli Stati generali dell’economia. Lì c’è  già tutto: il sistema Italia, politico e sociale, vuole i miliardi Ue ma non  accetta, non intende, non concepisce il mutare alcuni suoi fondamentali connotati. Insomma le riforme. Della Pubblica Amministrazione, della Giustizia, del sistema di sostegno al lavoro. La politica, più o meno tutta, non intende, non sa e non vuole incontrare e affrontare resistenze e dissensi.

Vuole consensi, intende gestire i miliardi Ue come sostegni a clientele di massa. Per di più chi governa si mostra per lunghi e lunghi mesi dopo l’estate strategicamente immobile. Cioè il non decidere nulla come strategia. Per di più l’inefficienza si adorna di arroganza. Governo plantigrado nei movimenti e ruggiti di carta. Questo è quel che può passa il governo, anzi l’alleanza Pd-M5S con contorno di Leu. L’investimento della Ue sull’Italia promette di fallire.

Poi la crisi politica, solo una conseguenza

La crisi politica arriva sei mesi dopo. E l’intreccio tra crisi di sistema, crisi di governo, crisi di governabilità e crisi politica porta a Mario Draghi. Ecco i perché di Mattarella: trattativa fallita tra quella che fu una maggioranza, insistere con Conte è garantire all’Italia governo minore saldato con lo spago, governo impotente e inadeguato, elezioni subito qui e ora cioè 4/5 mesi di paese che vaccina come capita, combatte la pandemia più o meno a caso, perde tempo e soldi della Ue, rischia di intascare la prima rata e poi soccombere alla prima verifica europea, alza argini di paglia contro perdita di posti di lavoro, nulla decide su ex Ilva, Autostrade…Lucidamente e in chiarissimi e semplici solo sette minuti Mattarella ha spiegato perché Draghi.

Governo Draghi, chi dirà sì? Per la Ue la massima garanzia dell’investimento Italia

Mario Draghi è per la Ue la massima garanzia dell’investimento Italia, Draghi è per la Ue 209 miliardi a buon fine. Quindi un’Italia che dice no a Draghi è un’Italia che comunica alla Ue: investimento sbagliato, 209 miliardi buttati. Votare no al governo Draghi è, in tutta legittimità ma in tutta evidenza e conseguenza, votare un sì ad Italexit.

Chi dirà sì al governo Draghi? Di malavoglia il Pd. La strana coppia Zingaretti-Bettini (complimenti alla strategia o Conte o elezioni, una vera botte di ferro) preferiva Conte, ne voleva fare del premier per caso, dell’avvocato del popolo anti Palazzo, niente meno che il leader candidato premier della fusione Pd-M5S. Avendo sbagliato e fallito la conduzione della crisi (e non solo) il Pd dirà sì a Draghi. Non può fare altro.

Dirà sì a Draghi, troverà il suo modo di dire sì a Draghi Berlusconi. Lo farà con convinzione.

Dirà di sì a Draghi di certo e con entusiasmo Matteo Renzi: il governo Draghi era il suo massimo obiettivo.

Sul sì o no a Draghi finirà di squagliarsi M5S: qualcuno organizzerà il No, qualcuno il Sì.

Salvini non è per nulla detto che dirà solo e soltanto no a Draghi. Deve, vuole, cerca Salvini un suo modo per dire qualcosa che sia un sì, ma un sì diverso e distinguibile dal sì degli altri.

Governo Draghi, chi dirà no

Di sicuro dirà di No a Draghi Giorgia Meloni. No anche da Di Battista. E no anche da Marco Travaglio che si candida a guida giornalistica dei Conte forever. Il suo giornale invita al No Draghi e a rimandare in Parlamento Conte. Dicono dalle parti di M5S, da casa orfani di Conte che Draghi serve a non far gestire i miliardi Ue a Conte, Casalino, Arcuri e a M5S-Pd uniti nel tanto paga Bce…Esatto. Si può dire di no a Draghi, il problema del fronte del no a Draghi è che no a Draghi e sì ai miliardi non si può più, se mai davvero si è potuto.

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