Non solo Giannino: i politici scivolati su cv gonfiati e tesi di laurea copiate

ROMA – Oscar Giannino non è né il primo né l’ultimo tra i politici, ad avere millantato titoli o copiato tesi di laurea. Di casi eclatanti ce ne sono a bizzeffe e non sono solo italiani: il vizio corre in tutta Europa. Persino nella rigorosa Germania, dove sono addirittura due le lettere di dimissioni eccellenti giunte sul tavolo di Angela Merkel, in seguito ad accuse di plagio.

Il primo è stato Karl-Theodor zu Guttenberg, che a marzo 2011, da poco nominato ministro della Difesa nell’esecutivo di Angela Merkel ha dovuto rinunciare all’incarico perché accusato di avere copiato ampie parti della sua tesi di laurea. Bersagliato da stampa e popolo della rete, zu Guttenberg si è addirittura ritirato in “esilio” negli Stati Uniti.

Circa un anno dopo, altro grave imbarazzo per la cancelliera. Un blogger anonimo accusa Annette Schavan, ministro dell’istruzione e fedelissima della Merkel, di aver ripreso, senza citare adeguatamente le fonti, alcune parti della sua tesi di dottorato, scritta 32 anni prima. La notizia viene riportata dalla stampa tedesca il 2 maggio 2012, proprio nel giorno in cui l’università di Potsdam ritirava per la stessa ragione il titolo di dottorato al 38enne Florian Graf, capogruppo della Cdu, lo stesso partito di Schavan, costretta a dimettersi il 9 febbraio scorso.

Altro caso in Ungheria. Travolto da uno scandalo di plagio, per aver copiato la sua tesi di dottorato vent’anni prima, il presidente, Pal Schmitt, si dimette il 2 aprile del 2012.

Il 15 maggio dello stesso anno lo scandalo colpisce la Romania: il ministro della pubblica Istruzione romeno, Ioan Mang, si dimette per le accuse di plagio relative a una serie di suoi articoli scientifici. Accuse di plagio su lavori accademici colpiscono un mese dopo anche il premier romeno Victor Ponta, che però non ha alcuna intenzione di dimettersi. Secondo una commissione di esperti Ponta ha copiato parte della sua tesi di dottorato da altri lavori. Ma due mesi dopo tre membri del partito Nuova Repubblica accusano il premier di aver copiato anche parte di un suo libro, ”La responsabilità nel diritto internazionale umanitario”, da altri autori.

Dai dottorati falsi si arriva poi ai curricula ritoccati e gonfiati. In Spagna l’episodio più clamoroso. Nel marzo del 2008, il giornalista Arcadi Espada smaschera sul suo blog Bernat Soria, ex ministro della Sanità e del Consumo, scoprendo che il suo curriculum contiene diverse informazioni non vere, tra cui l’aver ricevuto una medaglia d’oro dalla Real Academia de Medicina. Anche in questo caso il ministro non si dimette.

Ultimo in ordine di tempo è l’italiano Oscar Giannino che a tre giorni dalle elezioni si è giocato la credibilità per un master mai conseguito alla Chicago Both University. Denunciato dal collega e amico Luigi Zingales, docente in quella stessa università e poi incastrato da video e audio in cui quel master, Giannino, racconta di averlo preso a Chicago. Prima di lui c’è il giallo irrisolto del master alla Bocconi di Daniela Santanchè, che master non era e neppure un corso post-laurea, dal momento che era aperto anche ai non laureati. I giorni in aula erano appena 24 e non rilasciava alcun titolo o qualifica. Ma come ricordò all’epoca Sergio Rizzo il vizio, almeno in Italia, è “bipartisan”. [Qui, la carrellata di casi ricordati da Rizzo.]

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