Nozze gay, Giuliano Pisapia disobbedisce ad Alfano e trascrive 7 matrimoni

Nozze gay, Giuliano Pisapia disobbedisce e trascrive sette matrimoni all'estero
Giuliano Pisapia al gay pride di Milano

MILANO – Il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, rompe gli indugi sulla trascrizione dei matrimoni gay celebrati all’estero, e ne registra sette nello stesso giorno in cui a Grosseto, i giudici costringono il primo cittadino a fare dietrofront. Pisapia tira dritto e disobbedisce apertamente il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, autore della circolare che chiedeva ai sindaci di annullare le nozze fin qui registrate. Mentre l’Anci chiede al governo subito una legge.

E’ lo stesso Pisapia a darne notizia sulla sua pagina Facebook, al termine di una giornata contrassegnata da un acceso dibattito politico, e soprattutto dal pressing dei comuni che sul tema delle nozze gay reclamano chiarezza:

“Oggi pomeriggio ho firmato personalmente, in qualità di ufficiale di Stato civile, la trascrizione di sette matrimoni tra persone dello stesso sesso che si sono celebrati all’estero”.

Mentre il sindaco di Torino e presidente dell’Anci, Piero Fassino, in una lettera al premier Matteo Renzi, chiede:

“Mi auguro che il governo voglia assumere iniziative che consentano di favorire in tempi rapidi l’adozione da parte del Parlamento di soluzioni legislative adeguate. Il tema – aggiunge – è infatti troppo delicato per essere lasciato al caso per caso, né d’altra parte si può affidarlo ad ordinanze prefettizie”.

Intanto a Grosseto è stata annullata la trascrizione delle nozze, celebrate due anni fa a New York, tra Giuseppe Chigiotti e Stefano Bucci. Se i giudici del tribunale, in primo grado, avevano obbligato il comune all’iscrizione del matrimonio nel registro di stato civile, i giudici della Corte d’appello di Firenze oggi hanno imposto all’amministrazione locale l’esatto contrario.

Affranto il sindaco, Emilio Bonifazi, dopo aver preso atto della sentenza fiorentina e aver chiesto all’ufficiale di stato civile di adeguarsi a quanto ordinato dai giudici, osserva:

 “Noi rispettiamo la legge, ma esiste un vuoto normativo che soltanto il Parlamento, con una legge ad hoc, può risolvere”.

Con Pisapia, c’è un folto gruppo di sindaci ancora pronti a disobbedire al ministro dell’Interno. Compreso il cinquestelle livornese Filippo Nogarin:

“Non ci penso nemmeno a dare seguito alla direttiva di Alfano”.

Ma il leader di Ncd insiste:

“I sindaci agiscono come ufficiali di governo e quei registri sono di competenza dello Stato”. E ripete: “Abbiamo il potere di annullamento delle registrazioni”.

Nelle schermaglie tra i politici, Lupi e Bianconi litigano con l’azzurro Toti, colpevole di aver tirato in ballo il Papa per contrastare Alfano e lui ribatte via twitter:

“#Ncd la realtà fa paura, soprattutto quella dei sondaggi #statesereni”.

Lontano dalla polemica politica, dopo i ricorsi e la battaglia in tribunale a Grosseto, è deluso Giuseppe Chigiotti. L’architetto grossetano sposato con Stefano Bucci, non riesce a mandare giù quella sentenza della Corte d’appello di Firenze che ha ribaltato il giudizio di primo grado solo per un vizio di forma, perché il dibattimento non è avvenuto con la presenza dell’Avvocatura dello Stato.

“Vogliamo vivere in un paese dove esiste l’affermazione di qualsiasi diritto. Se il mio paese non riesce a garantirmi questi diritti, vorrà dire – afferma – che andremo a vivere da un’altra parte. Eventualità a cui stiamo pensando fortemente”.

Il suo legale afferma di valutare il ricorso:

“Ancora – spiega l’avvocato Claudio Boccini – dobbiamo decidere se ricorrere in Cassazione oppure ricominciare l’iter dal tribunale di Grosseto”.

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