Il nucleare secondo Berlusconi: “Indispensabile” nel 2008, “il futuro” nel 2009, “sicuro” nel 2010, “stop” nel 2011

Pubblicato il 20 Aprile 2011 - 17:53 OLTRE 6 MESI FA

Silvio Berlusconi (foto Lapresse)

ROMA –  “Indispensabile” nel 2008, “il futuro” nel 2009, “sicuro” nel 2010: è il nucleare per Silvio Berlusconi, mandato in soffitta nel 2011, ad aprile per l’esattezza, sulla scia del disastro giapponese di Fukushima.

Così in un’escalation di dichiarazioni il governo ha raffreddato il nucleare, ha evitato l’esame del referendum e si è messo al riparo, visto che la corsa all’atomo convince sempre meno e le condizioni di finanziamenti e sicurezza non rassicurano gli italiani.

Il Senato ha detto sì allo stop al programma per le centrali nel nostro territorio, poche settimane dopo che aveva congelato la corsa all’atomo, mettendola sul piano del “non adesso, più tardi”.

Il 18 maggio 2008 il presidente del Consiglio ha detto: “Il nucleare è una scelta indispensabile per garantirci l’energia per il futuro e per tutelare meglio l’ambiente in cui viviamo”.

Il 13 gennaio 2009 era ancora più convinto, nell’anno dell’accordo con la Francia: “Il nucleare resta il futuro perché il combustibile fossile è qualcosa che va a finire”.

Comincia a pensare alla questione sicurezza nel 2010: “Le nostre imprese  spendono di più perché pagano di più per l’energia, visto che abbiamo abbandonato il nucleare per gli ecologismi della sinistra: le centrali nucleari sono sicure”.

Nel 2011 ferma tutto, ma forse c’è ancora tempo visto che fino a qualche mese fa diceva: “”In tre anni realizzeremo la prima centrale nucleare”, ha detto Berlusconi. “Con Putin abbiamo parlato molto del futuro dell’energia nel mondo – ha spiegato Berlusconi – e siglato un accordo che può segnare una svolta per il nucleare”.