Nucleare, Fiat, Rai: ecco i ‘nodi’ che Romani dovrà affrontare

Paolo Romani

Dal nucleare alla Fiat, dalla Rai alla rete a banda larga di nuova generazione, fino al grande problema Sud. Nei cinque mesi trascorsi dalle dimissioni di Claudio Scajola, travolto dal caso Anemone, i dossier che Paolo Romani dovrà affrontare in qualità di nuovo ministro dello Sviluppo sono aumentati e, in alcuni casi, si sono anche complicati.

Basti guardare al caso Fiat. A maggio scorso, quando Scajola lasciò il suo incarico, l’attesa era tutta per l’esito del referendum sullo stabilimento di Pomigliano d’Arco. Ora la vertenza si è allargata a tal punto da coinvolgere l’intero sistema delle relazioni industriali, dalle deroghe contrattuali alla rappresentanza sindacale. Sul piatto non c’è solo il futuro dei rapporti tra le parti sociali, ma anche del progetto e degli investimenti per ‘Fabbrica Italia’, su cui l’a.d. di Fiat Sergio Marchionne punta a prendere una decisione definitiva entro la fine dell’anno.

Resta inoltre aperto il problema del destino dell’impianto di Termini Imerese, la cui riconversione dovrebbe essere decisa entro dicembre. Immutati restano invece i termini della questione nucleare. Passi avanti, durante l’interim del premier Berlusconi, non ne sono stati fatti. Imprescindibile sulla via della posa della prima pietra per il ritorno all’atomo (che potrebbe slittare rispetto alla data fissata per il 2013) è la nomina del presidente e del collegio dell’Agenzia per il nucleare, cui spetterà la definizione della mappa dei siti per le nuove centrali. Sul piano prettamente industriale, al ministero si concentrano le vertenze delle aziende di ogni dimensione alle prese con la crisi economica. Il caso più recente ed eclatante è quello di Fincantieri, ma le imprese in difficoltà sono centinaia e dislocate su tutto il territorio nazionale.

Nonostante la crisi abbia colpito indiscriminatamente Nord e Sud, un capitolo a parte che il nuovo ministro dovrà affrontare è quello del Mezzogiorno. Il piano di rilancio si è arenato con le dimissioni di Scajola, ma in testa al programma di governo, ed anche in base alle recenti intenzioni espresse dal presidente del Consiglio, ci sono la realizzazione del Ponte di Messina e il completamento della Salerno-Reggio Calabria. Il ministero è inoltre in ritardo nella presentazione della legge annuale sulla concorrenza, già più volte reclamata dall’Antitrust. Il testo, ha annunciato il sottosegretario Stefano Saglia, è pronto, anche se lo stesso Garante per la concorrenza è intervenuto proprio la scorsa settimana per segnalare alcuni vizi di fondo presenti nelle norme sulla riforma dei carburanti.

In qualità di ministro Romani porterà infine con sé anche alcuni dossier già affrontati con la delega sulle comunicazioni: Rai e Ngn. Il 29 settembre il cda della tv pubblica ha rinviato l’approvazione del contratto di servizio che disciplina la convenzione con il ministero, mentre sulla rete di nuova generazione Telecom e gli operatori alternativi devono ancora dare concreto seguito all’accordo, per ora solo tecnico, trovato al tavolo comune.

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