ROMA – Nunzia De Girolamo, non ancora ministro dell’Agricoltura, nel 2012 parlava così: “Stronzi, vaffan…”. L’ha registrata di nascosto l’ex direttore amministrativo dell’Asl Felice Pisapia (fu licenziato qualche mese dopo e ora gli hanno ingiunto l’obbligo di dimora a Salerno) e il nastro ora è finito nelle carte di una inchiesta giudiziaria.
A leggere quelle trascrizioni ci si rimane basiti. Chi l’avrebbe mai pensato che da quelle labbra così eleganti, che decorano quel viso d’angelo, potessero uscire parolacce? Finora eravamo rimasti avvolti nello zucchero filato del matrimonio trasversale (però solo in Comune, in Chiesa lo hanno promesso ma non risulta che finora…) fra Nunzia di Girolamo, fedele a Berlusconi oltre la scissione e Francesco Boccia, emergente del Pd. E poi anche la bambina, chiamata Gea, un nome, forse a loro insaputa, molto patriottico. Come può una mamma dire quelle parolacce? Qualcuno, in verità, si era chiesto cosa si dicessero a letto quei due così lontani nella passione politica. Ora possiamo immaginare: forse, insulti e parolacce ma non per un gioco d’amore, per una lite sulla spartizione di incarichi in una Asl.
Nunzia Di Girolamo non è oggetto di inchiesta, come precisa Vincenzo Iurillo sul Fatto:
“Secondo l’informativa della Guardia di finanza di Benevento al pm Giovanni Tartaglia Polcini, “allo stato non ci sono fattispecie penalmente rilevanti””.
Però è un segno di stile: se questa è la seconda o la terza Repubblica, abbiamo un elemento di unità fra Sud e Nord, non solo la volgarità, ma soprattutto il mostro creato attorno alla Sanità pubblica, finita alle Regioni e trattata come strumento di lucro, potere, finanziamento politico, un bubbone inestinguibile di cui noi, cittadini fuori dalla greppia di partiti, paghiamo fino a 70% dlle nostre entrate.
La notizi della registrazione segreta non è inedita, la si è letta su Repubblica a metà dicembre. Mancavano però gli scabrosi particolari pubblicati sabato 4 gennaio 2014. Al tempo della registrazione, Nunzia Di Girolamo era una semplice deputata Pdl, ma sembra proprio che il quid del potere lo avesse e come:
“Convocava a casa del padre i vertici dell’azienda sanitaria locale e persone di stretta fiducia. Con loro discuteva di come orientare l’affidamento milionario per il servizio 118, di dove ubicare presidi e strutture dell’Asl, ma anche di questioni spicciole come un sequestro di mozzarelle in un negozio di un “amico di Nunzia” o di come mandare “i controlli” negli ospedali guidati da persone non gradite alla parlamentare azzurra per far capire “che un minimo di comando ce l’abbiamo””.
La registrazione è finita fra i documenti di
“un’inchiesta per truffa e peculato per centinaia di migliaia di euro sottratti dalle casse dell’azienda sanitaria a favore di alcuni imprenditori, costata pochi giorni fa a Pisapia l’obbligo di dimora a Salerno. Con quegli audio Pisapia vorrebbe dimostrare di essere solo un ingranaggio del sistema”.
Al centro di quelle riunioni non c’era il funzionamento della Sanità pubblica, ma solo la preoccupazione
“di premiare gli amici e punire i nemici. E tramutare le decisioni in clientele e voti”.
Racconta Vincenzo Iurillo: erano le ore 19 e 15 del 30 luglio 2012 e
“Nunzia De Girolamo riceve Michele Rossi, manager dell’Asl di Benevento, Gelsomino Ventucci detto “Mino”, direttore sanitario, Pisapia, l’avvocato Giacomo Papa, molto vicino ai De Girolamo, Luigi Barone, storico portavoce di Nunzia, all’epoca vice direttore de Il Sannio Quotidiano e oggi a Roma con l’incarico di direttore del portale web del ministero delle Politiche Agricole.
“È il “direttorio politico-partitico costituito al di fuori di ogni forma di legge” scrive il gip Flavio Cusani nell’ordinanza cautelare di Pisapia “che si occupava, in funzione di interessi privati e di ricerca del consenso elettorale, con modalità a dir poco deprimenti e indecorose, di ogni aspetto della gestione dell’Asl”. La conversazione si protrae per quasi due ore.
“Verso la fine cade sul Fatebenefratelli di Benevento, un ospedale religioso convenzionato. La De Girolamo è arrabbiata con loro. Li chiama “stronzi”. Due volte.
“Poi si rivolge a Rossi: “Miché, scusami, al Fatebenefratelli facciamo capire che un minimo di comando ce l’abbiamo. Io non mi permetto di farlo, però ad essere presa per culo da Carrozza [Giovanni, direttore amministrativo del Fatebenefratelli], quando poi gli ho dato tanta disponibilità ogni volta che mi hanno chiesto”.
Altri esempi di dolce stil novo:
1. Dove mettere un ufficio territoriale dell’Asl? Risposta:
“a Sant’Agata che Valentino (il sindaco, del Pd, ndr) è uno stronzo? Cioè, nemmeno è venuto da me”.
2. Si parla di collocare una struttura a Forchia e Nunzia Di Girolamo pone il veto:
“No, Forchia no! Preferisco poi darlo ad uno del Pd che ci vado a chiedere 100 voti…”.
“Qualche decina di minuti prima il “direttorio” aveva affrontato il caso del controllo in un negozio di latticini. Parla Luigi Barone: “È l’amico di Nunzia e mio amico… vende le mozzarelle accanto al Maxim’s… è un bravo ragazzo, insomma!”. Purtroppo per lui una funzionaria dell’Asl gli ha appena sequestrato “un bel po’ di roba, tre, 4.000 euro… più la sanzione””.
3. Bando per il 118. Chiede ai presenti a una riunione del 23 luglio 2012 la Nunzia Di Girolamo:
“In tutto questo si deve fare la gara? Non la puoi fare senza?”
Spiega Vincenzo Iurillo:
“Si discute se è possibile fare un affidamento diretto breve o comunque, per usare le parole dell’avvocato Papa “bypass are la gara pubblica” perché si è preoccupati del fatto che “tra poco ci commissariano e la gara pubblica se la fa la Regione””.
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