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Nuova foiba in Slovenia con 250 giovani vittime, Gasparri: perseguire i responsabili se in vita

di Marilena D'Elia |28 Agosto 2020 22:25

Recovery Fund, piano inviato all’UE? Gasparri: Mattarella intervenga (foto Ansa)

Una nuova foiba con 250 giovani vittime è stata scoperta in Slovenia. Il senatore Maurizio Gasparri chiede di perseguire i responsabili se ancora in vita. E una commissione di inchiesta internazionale

“Si formi subito una commissione di Inchiesta internazionale sul ritrovamento dei resti di 250 vittime gettate in una foiba slovena, la maggior parte dei quali adolescenti, trucidati in una notte del 1945 dalla barbarie comunista titina. Serve una decisa azione internazionale affinché si individuino i responsabili e, se ancora in vita, vengano perseguiti e giudicati con decisione” ha detto il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri che da tempo si dedica alla causa delle vittime delle foibe.

La scoperta della nuova foiba è di pochi giorni fa. L’orrore della violenza titina è stato scoperto in  una cavità naturale della Slovenia meridionale, nella zona del Kočevski Rog.

L’Unione degli Istriani e le immagini del ritrovamento

L’Unione degli Istriani ha diffuso la motizia in Italia, come si legge dalla loro pagina facebook che fornisce le esclusive immagini presentate in conferenza stampa dal team di ricercatori riprese dalla tv di Stato slovena.

Le vittime nella foiba di Kočevski Rog

Nela foiba sono stati rinvenuti i resti di 250 persone e degli oggetti personali. Cucchiai, pettini, specchi, un rosario, immagini sacre e circa 400 bottoni. Cose che avrebbero dovuto accompagnare quelle vite spezzate troppo presto dalla mano violenta dei titini.

Le vittime sono un centinaio di ragazzi tra i 15 e i 17 anni e almeno cinque donne. Quasi tutti erano civili, come ha dichiarato la  Commissione dello Stato sloveno per l’individuazione delle fosse comuni il 24 agosto in conferenza stampa.

Ha commentato ancora il senatore Gasparri “La notizia di una foiba con resti umani di ragazzi e donne deve sconvolgere e coinvolgere le coscienze di tutti gli stati europei e ripristinare una verità storica per troppi anni celata sotto il velo dell’ideologia comunista che ha tentato di  strappare pagine che appartengono di diritto e di fatto al libro della storia d’Italia e d’Europa”

Un massacro la cui testimonianza è rimasta per 75 anni nascosta alla storia, sepolta in 14 metri di abisso carsico.

Chi ha fatto la macabra scoperta

Il macabro ritrovamento è avvenuto ad opera di una missione di speleologi incaricati dalla Commissione dello Stato sloveno che si occupa delle uccisioni compiute dai comunisti nel 1945

Il coordinatore dell’operazione di recupero, l’archeologo Uroš Košir ha dichiarato che  “L’abisso in questione si trova nell’area tra Veliki Rog e Stari žag, nelle immediate vicinanze di un vecchio ospedale partigiano, e i resti sono stati trovati alla profondità di 14 metri”.

L’operazione di scavo all’interno della cavità era stata già prevista e autorizzata da tempo. Ha spiegato infatti Zdravko Bučar, presidente del club degli speleologi:

“Lo scavo all’interno della cavità era stato autorizzato alla fine dello scorso mese di maggio, la prima discesa è stata effettuata all’inizio di luglio. Complessivamente, gli speleologi sono scesi nell’abisso 68 volte e hanno effettuato in totale 91 sollevamenti con 137 carichi. Ci sono voluti tre giorni pieni per riportare in superficie tutti i resti umani”

Il senatore Gasparri ha scritto al Presidente del Consiglio per costituire subito una Commissione di Inchiesta. Bisogna trovare la verità per le 250 vittime della barbarie comunista

Con una lettera al Presidente del Consiglio- dice Gasparri– ho chiesto che venga costituita subito una Commissione di Inchiesta sul ritrovamento dei resti di 250 vittime gettate in una foiba slovena a Kocevsky, la maggior parte dei quali adolescenti, trucidati in una notte del 1945 dalla barbarie comunista titina.”

Iniziativa che necessita della massima collaborazione tra Paesi

“Tale iniziativa-  continua il senatore forzista- deve esigere la massima collaborazione della Slovenia e di qualsiasi Paese possa dare un contributo utile per l’accertamento della verità. Serve una decisa azione internazionale affinché si individuino i responsabili di questo eccidio. Le recenti cerimonie con le autorità massime dell’Italia e della Slovenia impongono la massima trasparenza, per evitare che l’ipocrisia prevalga sulla verità.”- conclude Gasparri.

Che cosa sono le foibe

Le foibe sono cavità naturali presenti sul Carso, spesso di profondità molto elevate. Ad esempio la foiba di Pisino è un abisso profondo 100 metri e largo circa 20.

Il nome foiba deriva da un termine dialettale utilizzato nell’area giuliana, che deriva a sua volta dal latino fŏvea (fossa, cava).

Le esecuzioni e gli infoibamenti

Le crudeli esecuzioni e infoibamenti avvenivano agli argini delle foibe, come ben documentato nel film Red Land (Rosso Istria) di  Maximiliano Hernando Bruno uscito nel 2018 che racconta la tragedia delle foibe.

Le povere persone, condannate per la sola colpa di essere italiane, fasciste o contrarie al regime comunista venivano legate -con un filo di ferro ai polsi- le une alle altre. 

Venivano poi portate sull’orlo del precipizio. Si apriva il fuoco sui primi della catena che cadendo trascinavano giù nell’abisso anche gli altri, i vivi, destinati perciò a una morte atroce e dopo giorni di agonia.

Questo agire crudele è stato perciò chiamato infoibamento

La tragedia delle foibe

La tragedia delle foibe cominciò nel ’43, dopo la dissoluzione dell’autorità italiana con l’armistizio dell’8 settembre.

La presa di potere da parte dei partigiani e dell’Esercito Popolare Jugoslavo nel maggio del ’45 diede seguito agli “infoibamenti”, esecuzioni sommarie agli argini delle cavità naturali del Carso, le “foibe”.

Tito occupò Trieste nel maggio 45 seminando morte e terrore. L’esodo degli italiani era già cominciato e proseguì dopo. 

La tragedia degli italiani infoibati, cacciati dall’Istria, dalla Dalmazia e da qualche zona della Venezia Giulia è stata per tanto tempo nascosta, negata, assente sui libri di scuola per decenni e fino a pochi anni fa.

La giornata del ricordo

La giornata del ricordo infatti, che ricorre il 10 febbraio, è stata istituita solo recentemente, nel 2004. 

Da allora si possono celebrare gli italiani uccisi nelle foibe per mano dei comunisti titini  e si può ricordare l’esodo di centinaia di migliaia di italiani costretti cacciati dall’Istria, da Fiume, dalla Dalmazia e da qualche zona della Venezia Giulia.

Ciò è stato possibile grazie a una legge voluta dalla destra politica.

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