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Nuovo Dpcm chi lo fa? Lunedì 15 febbraio c’è il libera tutti per vacanza di governo

Sette giorni al libera tutti causa mancanza (vacanza) di governo, quindi il nuovo Dpcm chi lo fa? Da lunedì 15 cessa infatti il divieto di spostamento tra regioni e il fermo dello sci e, il 5 marzo, il coprifuoco notturno. Per la seconda scadenza c’è tempo ma, tra 7 giorni, il rischio è che nessuno tra governo uscente e governo entrante abbia competenza e tempo per intervenire.

Il calendario dice che il 12, venerdì, sarà il giorno del nuovo monitoraggio per l’assegnazione delle fasce alle nuove regioni con, a seguire, la relativa ordinanza operativa. Poi, lunedì 15, scade il Dpcm che chiude gli impianti di sci e vieta lo spostamento tra regioni se non per le ormai note ragioni di salute o lavoro. Infine, il 5 marzo, a scadere sarà un altro Dpcm, quello che impone il coprifuoco notturno, la chiusura dei ristoranti, dei teatri e delle palestre.

Nuovo Dpcm, prima il monitoraggio

Il primo di questi passaggi, il monitoraggio e la seguente ordinanza, sono di fatto automatici. E non ci saranno problemi nell’assoluzione. Per il 5 marzo sarà in carica e operativo, a meno di clamorosi colpi di scena, il nuovo governo guidato da Mario Draghi che sceglierà come agire prolungando, inasprendo o alleggerendo le misure in campo. Il problema è l’appuntamento del 15, troppo presto per il nascente governo Draghi e troppo tardi per il dimissionario Giuseppe Conte. Con il rischio di un tanto involontario quanto pericoloso liberi tutti di fatto.

Il governo Conte è in carica soltanto per i cosiddetti “affari correnti”, e per quanto la questione lotta al virus sembri assai corrente, l’orientamento del premier uscente è che una decisione di così grande impatto sulla vita degli italiani non possa essere legittimamente assunta da un esecutivo in scadenza ma debba essere lasciata a chi ne prederà il posto.

Nuovo Dpcm, i tempi stretti fanno il libera tutti

Il prossimo inquilino di palazzo Chigi però, secondo le previsioni, non si presenterà in Parlamento per la fiducia prima del 16 febbraio, 24h dopo la scadenza del suddetto Dpcm. Si potrebbe varare comunque un nuovo provvedimento prima del voto parlamentare per non far semplicemente decadere il precedente, opzione che presenta però qualche dubbio sull’opportunità di una simile misura ante-fiducia e che avrebbe bisogno di un governo pronto e formato – anche se ancora non passato per il Parlamento – nel giro di 4/5 giorni.

Possibile, ma non scontato con Draghi impegnato nel secondo giro di consultazioni. La certezza è che senza interventi lunedì prossimo scatterà il ‘liberi tutti’. Un’eventualità che spaventa – tra gli altri – Roberto Speranza, ministro della Salute ancora in carica: “Il virus circola e il rischio, anche per via delle varianti, resta alto. Non possiamo scherzare col fuoco”.

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