Nuovo Dpcm 16 gennaio, stretta del governo: weekend sempre arancioni, bar e ristoranti chiudono alle 18

Nuovo Dpcm del 16 gennaio, ulteriore stretta del governo per contrastare l’ascesa del coronavirus.

Tra le restrizioni del nuovo Dpcm del 16 gennaio, annotiamo weekend sempre arancioni, chiusura di bar e ristoranti alle ore 18 e la conferma della chiusura di palestre, piscine, cinema e teatri

Nuovo Dpcm 16 gennaio, le nuove restrizioni

Si va verso il blocco dei confini regionali. Infatti la norma che impedisce la circolazione tra le Regioni – anche tra quelle in fascia gialla – se non per motivi di urgenza, lavoro e salute è considerata tra le più efficaci.

Per andare da una regione all’altra, per uno di questi motivi essenziali, è comunque obbligatoria l’autocertificazione.

L’unica eccezione dovrebbe essere prevista per i cittadini dei comuni con un massimo di 5000 abitanti. 

Gli abitanti di questi comune potranno spostarsi nella regione confinante ma solo in un raggio di 30 chilometri e senza andare nei capoluoghi di provincia.

Nelle regioni rosse si va verso la conferma delle restrizioni natalizie che consentivano le visite a parenti e amici solo a due adulti con minori di 14 anni.

E’ probabile la conferma dei weekend arancioni. Quindi cosa si potrà fare durante i fine settimana dal 16 gennaio in poi?

Prima di tutto saranno consentiti gli spostamenti all’interno del proprio Comune di residenza.

centri commerciali resteranno chiusi ma sarà consentito andare negli altri negozi (resteranno aperti fino alle 21).

Resterà vigente il coprifuoco dalle 22 alle 5 del giorno seguente.

Bar e ristoranti saranno chiusi nel fine settimana, ma si potrà prelevare cibo d’asporto fino alle 22 (da quell’ora in poi è previsto il coprifuoco), mentre durante la settimana chiuderanno alle ore 18.

Nonostante le trattative in corso, è probabile che venga confermata la chiusura di palestre, piscine, cinema e teatri.

Nuovo Dpcm 16 gennaio, la proposta dell’ISS: “Zona rossa con 250 casi ogni 100 mila abitanti”

Dopo l’abbassamento della soglia dell’Rt per determinare il posizionamento nelle fasce, il governo sta pensando di introdurre un’ulteriore stretta.

Se l’incidenza settimanale dei casi è superiore a 250 ogni 100mila abitanti scatta in automatico la zona rossa.

La proposta, avanzata dall’Istituto superiore di Sanità, è stata condivisa dal Cts e dovrà essere concordata con le Regioni.

Un incontro tra il governo e le regioni non è ancora stato fissato ma è probabile che si tenga all’inizio della prossima settimana in vista della scadenza del Dpcm il 15 gennaio.

Nuovo Dpcm 16 gennaio, la proposta dell’ISS  per la zona rossa: ad oggi ci andrebbe automaticamente solo il Veneto

In base all’ultimo monitoraggio, con l’abbassamento dei parametri relativi all’incidenza dei casi, l’unica regione che andrebbe automaticamente in zona rossa sarebbe il Veneto, che ieri aveva un’incidenza a sette giorni di 454,31 casi per 100mila abitanti.

A rischio anche l’Emilia Romagna, con un’incidenza a 242,44.

In tutto sono cinque ad oggi le regioni o province autonome che superano i 200 casi ogni 100mila abitanti: oltre a Veneto ed Emilia Romagna, ci sono la provincia di Bolzano (231,36), il Friuli Venezia Giulia (205,39) e le Marche (201).

In ogni caso, nessuna regione è sotto la soglia dei 50 casi ogni 100mila abitanti, quella che, dice la cabina di regia del ministero della Salute, permetterebbe:

“il completo ripristino sull’intero territorio nazionale dell’identificazione dei casi e il tracciamento dei loro contatti”.

L’incidenza più bassa si registra in Toscana, con 78,95 casi ogni 100mila abitanti.

Il governo sta valutando la proroga dello stato di emergenza in scadenza a fine gennaio.

Non sarebbe ancora tuttavia definita, secondo quanto apprende l’ANSA, la durata della nuova proroga (fonte Ansa).

 

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