Nuovo Dpcm fino al 6 aprile: Pasqua con tante chiusure, zone rosse locali, non si viaggia nemmeno per riunire la famiglia

Nuovo Dpcm fino al 6 aprile. E’ questa la linea del governo Draghi, come ha detto il ministro della Salute Speranza. Questo vuol dire che sarà una Pasqua con restrizioni. Pasqua è il 4 aprile, Pasquetta è il 5 aprile. Non Pasqua in lockdown, come l’anno scorso, ma con limitazioni in quello che si può fare.

Quindi Pasqua con i ristoranti chiusi in molte zone. Ristoranti chiusi la sera ovunque. Ma chiusi anche a pranzo nelle zone non gialle. E con la terza ondata alle porte, è probabile che le zone gialle non siano molte ad aprile. Anzi, le zone rosse locali sono in aumento. E si è affacciato un nuovo colore, quello della zona arancione rafforzata. Una via di mezzo tra arancione e rosso. Lo stanno già sperimentando in Lombardia, soprattutto nella zona di Brescia.

Ma Pasqua con divieti e restrizioni vuol dire anche un’altra Pasqua di famiglie divise. Non tutte le famiglie, sia chiaro. Sicuramente quelle che vivono in regioni diverse. Il divieto di spostamento dovrebbe essere prorogato. Famiglie divise anche nella stessa regione se si è in zona rossa, o arancione rafforzata. Dove, ad esempio, c’è il divieto di visita nelle case private.

Nuovo Dpcm Draghi dal 6 marzo al 6 aprile: l’annuncio di Speranza

Le variante inglese, a maggior diffusione, sarà presto prevalente. L’Rt si appresta a superare la soglia 1. Le terapie intensive in 5 regioni sono sopra la soglia critica del 30%. Con questi dati, “non ci sono le condizioni per allentare le misure di contrasto alla pandemia”. E il nuovo Dpcm che entrerà in vigore dal 6 marzo, coprirà anche le vacanze di Pasqua, fino a martedì 6 aprile.

E’ netto il ministro della Salute Roberto Speranza nel ribadire al Parlamento la linea della prudenza, in continuità col Conte 2. Mentre il leader della Lega Matteo Salvini continua a reclamare “un cambio di passo” e nella maggioranza si allargano le richieste di riaperture serali di ristoranti ed altre attività. Per una definizione del Dpcm si attendono i dati del monitoraggio settimanale del venerdì.

Coronavirus Italia: i dati del 24 febbraio

I numeri delle ultime 24 ore indicano un nuovo balzo dei positivi. Sono 16.424 contro i 13.314 del giorno precedente. Calano le vittime: 318 contro 356, mentre il tasso di positività sale al 4,8% (+0,4%) e i malati intubati sono 11 in più. La zona di Brescia (in ‘arancione rafforzato’) fa segnare il picco di contagi, con 901 casi. Altri Comuni entrano in zona rossa e l’Alto Adige estende fino al 14 marzo il lockdown duro.

Speranza offre una prospettiva positiva: si vede “finalmente la luce in fondo al tunnel”. Il Covid, grazie alla progressione della campagna vaccinale, “può essere arginato”. Ma, avverte, “in questo ultimo miglio non possiamo assolutamente abbassare la guardia. Non ci sono oggi le condizioni epidemiologiche per allentare le misure di contrasto”. Sottovalutare i rischi, dice il ministro, porterebbe ad “una nuova diffusione incontrollata del contagio, che metterebbe nuovamente in crisi i nostri ospedali e renderebbe più difficile la nostra campagna di vaccinazione”.

Nuovo Dpcm fino al 6 aprile: la strategia delle restrizioni locali in base ai contagi 

Ecco perchè, osserva, “sarebbe un grave errore se all’improvviso, senza una chiara evidenza scientifica”, ci fosse un cedimento delle prescrizione adottate. La strada è invece quella di continuare a differenziare le misure sul piano regionale, agendo in modo proporzionale alla situazione di contagio di ciascun territorio: strategia che “ci ha permesso finora di non ricorrere ad altri lockdown generalizzati”.

L’emergere delle varianti condizionerà la campagna vaccinale e dunque vanno tenute sotto controllo. Proprio negli ultimi giorni è stata segnalata, da parte di cinque Regioni la necessità di 25 zone rosse per contenere focolai. Si tratta, evidenzia Speranza, di “misure restrittive indispensabili”, pur nella consapevolezza che comporteranno sacrifici. In proposito il titolare della Salute ha assicurato che il Governo è impegnato a promuovere “congrui ristori” per le attività colpite. Ma la bussola nella scrittura del nuovo Dpcm sarà “il principio di tutela e salvaguardia del diritto fondamentale alla salute”, perché “non ci può essere vera crescita, senza sicurezza sanitaria”.

Spostamenti tra regioni vietati fino al 27 marzo: è ufficiale

In Gazzetta Ufficiale, intanto, è stato pubblicato il decreto legge che proroga il divieto di spostamenti tra le regioni fino al 27 marzo. Consentendo comunque “il rientro alla propria residenza, domicilio o abitazione”. Le faq – non aggiornate – presenti sul sito del Governo precisano che anche le seconde case rientrano in questa definizione. Ma le ordinanze regionali o locali che hanno istituito le zone rosse o ‘arancione rafforzato’, come nel Bresciano, vietano questi spostamenti e dunque vanno rispettate perchè più restrittive delle norme nazionali.

Ora Speranza e la ministra degli Affari regionali Mariastella Gelmini, si confronteranno con Regioni, Province e Comuni sulle nuove misure da adottare. Una riunione che arriva a poche ore dalla sentenza con cui la Consulta – accogliendo il ricorso del governo contro la legge anti Dcpm della Valle d’Aosta – ha stabilito che spetta allo Stato, non alle Regioni, determinare le misure necessarie al contrasto della pandemia.

Dpcm Draghi: il fronte delle riaperture

Dai territori comunque sale forte la richiesta di inserire nei provvedimenti anche i ristori per le attività economiche che vengono temporaneamente colpite dalle chiusure. L’apertura dei ristoranti a cena viene invocata dalla leader di FdI, Giorgia Meloni. Insiste sulla linea ‘aperturista’ Matteo Salvini: “Credo che un ritorno alla vita e all’attività di categorie chiuse da troppo tempo sia un’idea condivisa con il presidente Draghi. Salute e lavoro non sono su piani separati: a rischio due milioni di posti di lavoro. Ci rendiamo conto del problema?”.

Nessuna marcia indietro del governatore dem dell’Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, che aveva appoggiato la posizione del leader leghista. “Quando il ministro Franceschini, che mi sembra faccia ancora parte del Pd – ricorda – ha proposto, quando potrà essere consentito, di riaprire non solo i musei, ma anche cinema e teatri, fa una proposta di buon senso”. Anche il sindaco di Firenze Dario Nardella, invita a riaprire i ristoranti la sera. 

 

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