ROMA – Riccardo Nuti (M5s) pubblica su Facebook l’indirizzo di Davide Faraone. Indirizzo di casa, quella in cui il deputato Pd vive con la moglie Rosi Pennino e una bambina di 11 anni. E la moglie di Faraone spiega: “Adesso ho paura per me e la mia bambina di undici anni”. Quindi una richiesta minima: “Riccardo Nuti chieda scusa”
Uno scontro, quello tra Nuti e Faraone, che si è consumato almeno all’inizio in Parlamento, alla Camera, mentre si dibatteva di fiducia a Enrico Letta. Nutti interviene e prima di annunciare il suo No al governo punta il dito contro Faraone: “Frequenti persone vicino alla mafia”. La questione sul momento finisce lì, se non altro perché in Aula a Faraone non è concesso diritto di replica. Ma come è ovvio gli strascichi continuano fuori e sono velenosi.
Faraone, fresco di nomina nella segreteria di Matteo Renzi, dà a Nuti del vigliacco e lo invita a ripetere le sue frasi fuori dalla Camera per poter risolvere tutto in tribunale. Nuti fa qualcosa di decisamente diverso: apre Facebook e produce quelle che considera prove. Le mette online le sue “prove”. Con un dettaglio: in quel documento ci sono nomi, cognomi e soprattutto indirizzo di casa di Faraone, della moglie. Casa in cui vive una bimba di undici anni. Altro dettaglio: in quelle stesse prove Faraone esce rafforzato, perché sono gli stessi presunti mafiosi a rinunciare al progetto perché giudicano il candidato “impraticabile”.
Ovvia e immediata la replica della Pennino che scrive una lunga lettera al giornale Livesicilia, dice di aver paura e chiede le scuse pubbliche di Nuti. Se non per il merito almeno per il metodo. Arriveranno? Presto per dirlo.
La lettera integrale di Rosi Pennino al giornale LiveSicilia:
Gentile signor Nuti, è tra le righe che trovo il coraggio di rompere il rumore del silenzio, che circonda frastornante queste ultime ore, catapultata, mio malgrado in una violenza pubblica che fa rimbombare il mio nome, la mia data di nascita, la mia targa ed il mio indirizzo della casa in cui vivo con la mia bambina; ho cercato comunque di lavorare oggi, di andare avanti, di immaginare che le questioni di fango e opportunismo mediatico, su vicende che nulla hanno a che fare con la realtà dei fatti riferiti al padre di mia figlia, passassero per le vie della politica, delle sedi opportune, delle giuste querele….ma poi , tornata a casa, avevo paura di far stare la mia piccola in giardino, controllavo continuamente porte e finestre e guardavo le auto che rallentavano con il cuore in gola…non si può avere paura di stare a casa propria, di non si può avere paura per l’incolumità dei propri cari, perché, qualcuno che siede nei banchi del parlamento, pubblica a tua insaputa i tuoi dati personali dentro una vicenda, inverosimile, solo per farsi quella pubblicità che diversamente non sarebbe in grado di farsi, mentre si occupa dei bisogni del paese e degli italiani.
Non voglio dilungarmi, anticipo che, nelle sedi opportune sporgerò denuncia, sentire violentata la propria intimità, per una persona che, come me, ha chiuso sempre nel silenzio, dolori, vicende e vita personale è davvero devastante.
Sono cresciuta all’interno di un percorso politico che mi ha vista condurre battaglie importanti al fianco dei bisogni e delle lotte per la legalità portate avanti nel quartiere in cui sono nata, che amo e che ho dovuto abbandonare, insieme al mio impegno, per via di dolorose vicende intime e personali.
Sono figlia dello Zen di palermo, e non intendo neppure discutere su quanto, lei signor Nuti asserisce in merito a sedicenti rapporti con la malavita, ma sono cresciuta anche studiando per coltivare la mia passione politica, studiando attraverso i sacrifici di mio padre, operaio, un solo stipendio, quattro figli, con il sogno di vederci dottori, e studiando ho maturato la convinzione che la politica è una cosa seria, che le istituzioni, la prassi, le modalità, le regole e il rispetto delle persone in quanto tali, contribuiscono a rendere più grande questo nostro paese, io purtroppo, non appartengo come lei, al popolo che crede che la democrazia vada delegata ad un tweet oppure ad internet, io, signor Nuti, mi scusi, vengo dalle Frattocchie, ho studiato politica lì.
Non voglio stare a casa mia ed avere paura, non voglio vivere nella paura per la mia bambina, ne negarle di stare sola in giardino, esigo intanto, le sue scuse pubbliche ed immediate, per aver violentato la nostra privacy senza nessun titolo e nessuna giustificazione, esponendo me e la mia famiglia alla mercé di chi può farci del male, intanto da uomo delle istituzioni, nel pieno titolo dei miei diritti di cittadina libera e onesta le chiedo questo, per il resto, convinta come sono, che esistano luoghi opportuni per denunciare e fare giustizia andrò avanti, per le vie in cui credo, per dimostrare che , un cittadino può e deve avvalersi dei propri diritti credendo nelle istituzioni, non delegandole a facebook , ne trasformando il Parlamento Italiano in un circo.
Le sue scuse, signor Nuti, sono un gesto morale che lei ha come obbligo nei riguardi del pericolo a cui ci ha esposti e nel rispetto della nostra privacy violentata, le sue scuse alla mia famiglia, sarebbero , forse, il primo atto istituzionale che lei compierebbe da uomo delle istituzioni…non basta aver oscurato un link, lei ci deve le sue scuse per la paura che avrò negli occhi nei giorni a venire da mamma angosciata e per quella che trasmetterò alla mia bambina..le sue scuse, signor Nuti alla nostra famiglia per aver oltrepassato il limite della superficialità, credendo di aver il diritto di violentare la nostra intimità.